Hanno scommesso sulla tecnologia Nft, la febbre digitale del momento, puntando a essere la prima comunità religiosa a farlo e probabilmente, almeno in Italia, ci sono riusciti. A cavalcare l'onda del 'Non Fungible Token', un certificato digitale che usa il sistema della blockchain - nuova frontiera dell'autenticazione su cui si stanno scatenando big come Elon Musk, Jack Dorsey ed Edward Snowden - è una parrocchia di Bologna che ha creato e messo in vendita Nft del proprio patrimonio artistico, e non solo. L'idea è di Davide Baraldi, da sette anni parroco della chiesa di Santa Maria della Carità e San Valentino della Grada.
Classe 1978, bolognese di Rastignano, don Davide ha da sempre la passione per la tecnologia, che ha coltivato insieme alla vocazione religiosa. "Non sono un nerd, né un hacker o un programmatore - racconta all'ANSA - ma ho sempre avuto interesse per quello che gli strumenti tecnologici rappresentano come rivoluzione antropologica". Nell'ultimo periodo è maturata "la curiosità nei confronti delle criptovalute". E quindi ha letto molto, ha approfondito i meccanismi dei Bitcoin, della blockchain. Finché non si è imbattuto nel 'Non Fungible Token', "ben prima delle vendite milionarie" di Christie's.
Di qui l'idea. "In parrocchia avevamo quadri classici", alcune opere anche molto antiche, una del 1550, "abbiamo sempre avuto a cuore l'arte, anche nelle sue declinazioni contemporanee". Così il sacerdote ha pensato prima di digitalizzare le opere della chiesa. E poi di crearne di nuove. Il tutto traslato sul piano Nft, quindi con relativo certificato digitale. Una volta creato, l'opera digitale diventa unica. "Quando ho proposto l'idea al Consiglio pastorale degli affari economici temevo fossero più reticenti e invece mi hanno incoraggiato".
Con un investimento di un migliaio di dollari, don Davide è partito. "Siamo arrivati prima di Britney Spears", dice orgoglioso. Il suo 'team' al momento è piccolo, ma pensa e guarda in grande. La segretaria della parrocchia, una grafica di formazione, ha preso in carico la digitalizzazione delle opere della chiesa. Un lavoro di rivisitazione e non di semplice trasposizione in bit, perché delle tele sono stati enfatizzati degli aspetti, ad esempio cromatici, per sottolineare particolari significati. Don Davide ha creato di queste opere i certificati Nft e un gruppetto di giovani si occupa di promuovere l'iniziativa sui social. La piattaforma scelta per la vendita è quella di Zillica, "meno conosciuta - spiega don Davide - ma anche meno onerosa per noi".
Il primo gruppo di opere, i "capolavori", sono stati messi in vendita ad aprile e andati quasi sold out. Tra gli acquirenti un parrocchiano, collezionista d'arte. Il ricavato viene utilizzato per la parrocchia. Poi al ritmo di un pacchetto a settimana sono state create e lanciate altre collezioni. Le ultime due sono di disegni di una illustratrice.
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