In Emilia-Romagna arrivano le linee guida, tra le prime in Italia, per favorire l'installazione di impianti solari fino a 20 megawatt con norme più semplici e nuove regole: potranno partire con una semplice comunicazione, nelle zone industriali e commerciali, oltre che su discariche non più attive. Previste installazioni anche sopraelevate nelle ex cave tornate a uso agricolo, per non sottrarre suolo alle coltivazioni.
La giunta della Regione ha approvato nuove norme che semplificano l'iter necessario all'avvio degli impianti solari e dettano indirizzi attuativi, in particolare sull'utilizzo delle ex cave, da applicare a tutte le istanze di nuova presentazione.
Arpae, l'Agenzia regionale per la prevenzione ambientale e l'energia, darà vita a una nuova struttura operativa interna per assicurare uniformità e coordinamento nell'applicazione delle disposizioni sul territorio.
Per le aree estrattive, in particolare, se è previsto un recupero come invasi, debuttano norme che disciplinano il 'solare galleggiante', posizionato direttamente sull'acqua. In quelle restituite a un uso agricolo si promuove invece 'l'agrovoltaico', con l'integrazione della presenza di coltivazioni e impianti di produzione di energia grazie al ricorso a tecnologie innovative. Nelle aree restituite a uso agricolo, potranno essere installati pannelli a terra solo se non coltivate; altrimenti vale il limite del 10% della superficie complessiva. Nessuna possibilità di sfruttamento energetico è contemplata infine nei casi in cui per la cava sia programmato un recupero ambientale, con interventi di 'rinaturazione', piantumazione e ripristino della vegetazione.
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