GABRIELE BORDONI, LA SOLITUDINE DEL PENALISTA (Minerva, 280 pagine, 16,90 euro).
Un noto avvocato penalista offre uno sguardo disincantato e ironico sulla sua professione e i suoi retroscena, rivelando emozioni, pensieri liberi e le tante occasioni per osservare, conoscere e raccontare gli atteggiamenti e le paure di chi è coinvolto in vicende difficili e complesse. L'autore è Gabriele Bordoni, che esercita la professione di avvocato dal 1992 e si è occupato, tra l'altro dei processi su Strage di Bologna del 2 agosto 1980, mafia del Pilastro, morte di Federico Aldrovandi, Bambini di Satana, Calciopoli e Calcioscommesse, del crollo del Ponte Morandi, oltre che del disastro alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. È da quasi vent'anni impegnato nella formazione continua degli avvocati bolognesi in Diritto e procedura penale, avendo avviato e diretto l'esperienza di Prassi Penale ed organizza seminari in materia penale, spesso interdisciplinari, su temi di attualità giuridica, pratica giudiziaria e politica criminale.
Nel libro si raccolgono frammenti di vita tratti dagli esordi nei primi processi ai giorni in cui l'esperienza ha maturato i suoi frutti: ci sono assistiti, colleghi, magistrati, cancellieri e forze di polizia, consulenti e testimoni, tutti ritratti con il particolare sguardo di chi è dentro ai fatti non solo come avvocato, ma come uomo. "Nell'aforisma 459 di 'Umano, troppo umano', Nietzsche afferma 'dove il diritto non è più, come da noi, tradizione, esso può essere solo imposto, solo costrizione; noi tutti non abbiamo più un senso tradizionale del diritto, perciò dobbiamo accontentarci di diritti arbitrari, che sono espressione della necessità che esista un diritto' - commenta l'avvocato Bordoni - Ecco il perenne tormento interiore del penalista che supera e offusca i suoi affanni intimi e personali e diviene l'unico compagno in quella solitudine che governa scelte dalle quali può dipendere la sorte di altri". La prefazione è curata da Valter Giovannini, ex procuratore aggiunto di Bologna.
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