'Fronte e retro' è il titolo della
mostra personale di Italo Zuffi (Imola, 1969) che si articola in
due spazi, il Mambo-Museo d'Arte Moderna di Bologna e Palazzo
De' Toschi, sede delle iniziative dedicate all'arte
contemporanea di Banca di Bologna. Il progetto, che aprirà al
pubblico il 20 gennaio come 'main project' del programma di Art
City Bologna 2022, permette di presentare per la prima volta in
modo esteso il lavoro di uno degli artisti italiani più
importanti tra quelli nati alla fine degli anni Sessanta.
L'esposizione è idealmente divisa in due momenti: da una
parte, al Mambo (fino all'1 maggio), un percorso che permette di
rileggere il lavoro dell'artista prendendo in considerazione uno
spettro di opere che va dagli esordi, alla metà degli anni
Novanta, fino al 2020. Dall'altra, a Palazzo De' Toschi (fino al
6 febbraio), una serie di nuove produzioni, di lavori realizzati
per l'occasione e in reazione alle caratteristiche dello spazio,
tocca alcuni degli aspetti nodali della sua ricerca recente. La
mostra ruota attorno ad alcuni nuclei tematici che da sempre
sostengono il lavoro di Zuffi e si traducono in contrasti e
opposizioni che possono agire sul corpo (talvolta quello
dell'artista stesso) come sulla forma scultorea: tra le idee di
costruzione e al contempo di distruzione/caduta; di lavoro e,
insieme, di dispersione di energia; di mollezza e di rigidità;
di fragilità e di competizione (soprattutto rispetto al sistema
dell'arte). I lavori presentati al Mambo - opere di scultura,
fotografia, video e performance, linguaggi attorno a cui si è
sviluppata nel tempo la poetica di Zuffi - ricostruiscono il
percorso dell'artista attraverso accostamenti inediti e senza
necessariamente seguire una progressione cronologica. Le opere
esposte, oltre cinquanta, sono le più note ed emblematiche
dell'artista ma anche alcune di quelle meno viste e generano
nuove ipotesi di dialogo tra loro.
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