Il Gup del Tribunale di Bologna, Francesca Zavaglia, ha condannato quattro persone, accusate di omicidio colposo, per la morte di Lefter Sulaj, 51enne manovale di origine albanese che il 13 luglio del 2016 cadde da un altezza di 20 metri nel cantiere in cui stava lavorando. Si tratta dei due soci proprietari dell'immobile e dei titolari delle ditte incaricate della ristrutturazione.
La condanna per tutti gli imputati e di 9 mesi, con pena sospesa, subordinata al pagamento di 100mila euro di provvisionale nei confronti della vedova del 51enne, rappresentata dall'avvocato Gabriele Bordoni.
L'incidente avvenne per lo slittamento di un asse non fissato che fungeva da passerella senza protezioni, posta a collegamento tra un terrazzo e una finestra. I quattro sono arrivati a processo dopo una imputazione coatta decisa dal Gip in seguito a tre richieste di archiviazione avanzate da due pm, tutte impugnate con successo dall'avvocato Bordoni.
Anche davanti al Gup la Procura, con la pm Michela Guidi, aveva chiesto per gli imputati l'assoluzione. Il giudice ha inoltre stabilito il pagamento di 5mila all'Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) che si era costituita parte civile.
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