"Siamo al primo settembre con l'inizio del consueto conto alla rovescia in vista della data della prossima udienza in Egitto sul caso di Patrick Zaki che sarà il 27 del mese. Un conto alla rovescia che parte nel completo silenzio delle istituzioni, impegnate in campagna elettorale. Il timore è che su Patrick ci sarà nelle prossime settimane solo silenzio, così come la preoccupazione che i suoi diritti non siano un tema spendibile in campagna elettorale". Così all'ANSA Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, rilancia un appello alle istituzioni italiane affinché in questi giorni cruciali "non dimentichino" Zaki.
"La sensazione ulteriore - spiega Noury - è che l'emotività su questa vicenda sia diminuita, come se ci si fosse rilassati dall'8 dicembre scorso, quando Patrick è uscito dal carcere. Come se fosse sufficiente questo. Invece Zaki è ancora sotto processo, bloccato in Egitto perché non è autorizzato a viaggiare, e la sua vicenda non è affatto chiusa. Non può esserci alcun rilassamento, alcuna soddisfazione nel vedere un ragazzo che non può realizzare il suo desiderio di finire gli studi e di tornare a Bologna". Amnesty chiede "iniziative sul piano politico in vista del 27 settembre".
L'ultima udienza in Egitto, a Mansura, sul caso di Patrick Zaki si era tenuta a fine giugno. Una sessione brevissima, conclusasi con l'ennesimo rimando, a fine settembre. Zaki e i suoi avvocati avevano chiesto per lo studente dell'Università di Bologna almeno la possibilità di poter tornare a viaggiare ma finora questa opzione non si è realizzata.
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