In attesa delle prossima udienza del processo - fissata al 27 settembre - che vede protagonista in Egitto, lo studente dell'Università di Bologna, Patrick Zaki, trenta sue immagini e centoventi drappi colorati popolano e colorano, da oggi, i corridoi e il cortile di Palazzo Poggi, sede del Rettorato e centro dell'Alma Mater che aspetta Zaki "dal febbraio del 2020: lo aspetta - spiegano dall'ateneo emiliano - da trenta mesi, da centoventi settimane". Le immagini dello studente egiziano "le conosciamo, le abbiamo incontrate nelle strade, nelle aule, nelle biblioteche, nelle sale studio - fanno sapere dall'Università di Bologna - le abbiamo volute radunare qui come oggi migliaia di studenti tornano a incontrarsi negli spazi della città e dell'Università. Patrick, tra loro, manca. Queste immagini ci ricordano la sua presenza e la sua assenza: una presenza permanente nei nostri pensieri, un'assenza dolorosa nella nostra vita quotidiana".
Di fatto, viene sottolineato, "i drappi che accompagnano le immagini di Patrick sono come l'abbraccio delle tante persone che in tanti mesi e settimane si sono strette intorno a lui, intorno alla sua assenza". E quelli appesi, "non sono drappi qualsiasi. Sono drappi formati da scampoli di mille stoffe diverse; questi scampoli, da soli, erano destinati a sparire. Recuperati e cuciti insieme, ora formano l'ideale catena di solidarietà, di indignazione e di speranza che ci ha uniti nel nome di Patrick". E questi drappi colorati, conclude l'Alma Mater, "escono da un carcere. A cucire gli scampoli che li formano è stata la sartoria 'Gomito a gomito', che opera nel braccio femminile della casa circondariale della Dozza. A Patrick, per Patrick, questo abbraccio.
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