"Serve un immediato intervento importante da parte dell'Europa sul caro energia altrimenti molti alberghi e imprese turistiche chiuderanno. Hanno fatto il Recovery Fund per la pandemia e questo è come un nuovo Covid per il turismo. Per fortuna non abbiamo la malattia e la morte delle persone ma le conseguenze sulle aziende, che come gli alberghi sono energivori, sono molto simili a quelle del Covid". Lo dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca in un'intervista all'ANSA alla vigilia del TTG Travel Experience a Rimini dal 12 al 14 ottobre. "Se l'Europa esiste, a questo punto batta un colpo. Deve aiutarci ma con i soldi, non con i crediti di imposta" aggiunge.
Secondo Bocca il problema dell'energia è il primo enorme nodo che il nuovo Governo dovrà affrontare. Anche in vista della stagione invernale, che potrebbe segnare un nuovo importante passo avanti nel riscatto del settore, così pesantemente minato dalla pandemia. "Sicuramente i gestori degli impianti di risalita - spiega - hanno gli stessi nostri problemi e cioè il folle aumento dei costi energetici. Bisogna capire se poi quest'aumento si può ribaltare sul costo dello skipass giornaliero o dell'albergo stesso. Se non si ribalta infatti, si va in perdita e conviene stare chiusi con nuove forti perdite e aziende che chiuderanno e falliranno. Se lo fai, ci sarà un forte aumento dei prezzi e c'è il rischio che i clienti non vengano".
L'estate, spiega il presidente di Federalberghi, è andata indubbiamente bene ma "la liquidità che gli operatori sono riusciti a fare è servita per pagare in parte i costi di due anni di chiusura". "Non veniamo da momenti grandiosi - ricorda Bocca - ma siamo stati due anni fermi". Inoltre l'alta stagione è al termine.
Sono mesi che si parla giustamente del tetto al prezzo del gas.
"Gli altri paesi - dice - hanno le loro vie d'uscita: la Francia ha il nucleare, la Germania ci ha messo 200 miliardi e il Nord Europa ha il gas e il petrolio. Se l'Europa esiste a questo punto batta un colpo. Oggi sui prezzi dell'energia abbiamo incrementi di 6 volte rispetto al 2019. L'Europa ha il dovere di intervenire".
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