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Calciatrice: "sono incinta il club non mi paga più"

Calciatrice: "sono incinta il club non mi paga più"

L'accusa della reggiana Pignagnoli, portiere della Lucchese

REGGIO EMILIA, 22 dicembre 2022, 06:52

Redazione ANSA

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Alice Pignagnoli portiere di calcio della Lucchese - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alice Pignagnoli portiere di calcio della Lucchese - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alice Pignagnoli portiere di calcio della Lucchese - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Sono incinta e la mia squadra mi ha tolto lo stipendio". È il j'accuse di Alice Pignagnoli, 34enne portiere di calcio della Lucchese, in Serie C femminile, che denuncia la sua società. La notizia è stata riportato sul Qn-il Resto del Carlino. L'atleta nata a Reggio Emilia - nel suo curriculum vanta esperienze con la Reggiana femminile, Milan in serie A e poi Torres con la quale ha vinto Scudetto e Supercoppa Italiana nel 2012 - racconta: "a metà ottobre ho scoperto di essere incinta per la seconda volta, l'ho comunicato al manager della Lucchese, Mario Santoro e mi sono sentita dire che gli impegni presi in estate vanno rispettati: non era più loro intenzione pagarmi ciò che mi spetta". Poi lo sfogo anche in un lungo amaro post sul suo profilo social: "mi sono sentita ferita come donna, madre e atleta. E anche molto sola, incapace, un giocattolo vecchio da gettare". E continua: "La società mi ha deluso. Dopo quanto successo due anni fa col Cesena, non me lo sarei mai aspettato". A giugno 2020 infatti la società romagnola per la quale Pignagnoli ha militato tre stagioni, le rinnovò il contratto al 7/o mese di gravidanza (Alice ha già una figlia, Eva), dando un segnale inedito nel mondo del calcio femminile italiano. E la calciatrice è diventata un simbolo per i diritti delle calciatrici.
    "Per una donna dovrebbe essere normale sognare di fare la calciatrice e avere una famiglia - argomenta Pignagnoli - Sono incredula, ogni anno ci sono giocatori che si fanno male a lungo: una società dovrebbe essere pronta a tutto".
    Il suo contratto col club toscano scadrà il 30 giugno e una rescissione non è possibile proprio perché dopo l'esempio del Cesena, è stata abolita la norma che prevedeva l'interruzione del contratto con un'atleta in gravidanza. La Lucchese - che al momento non ha commentato la vicenda - dovrà pagarla fino al 31 gennaio. Da febbraio a giugno toccherà al fondo per la maternità della Federazione. "A giugno partorirò e dal 1° luglio sarò svincolata - conclude la calciatrice reggiana - :chissà se ci sarà una società che avrà la forza di offrirmi un contratto".

   

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