Mehdi Zare Ashkzari, il giovane morto in Iran in seguito alle torture in carcere e dopo venti giorni di coma, aveva inviato un video a un amico iraniano che abita a Bologna, Roozbeh Sohrabianmehryazdi, lo stesso giorno dell'arresto, i segni inconfondibili delle torture sul suo corpo. Appellandosi anche all'Italia. "Questo è per l'ambasciatore di Italia", dice il giovane iraniano mentre mostra le ecchimosi, ampie, rosse, violacee e profonde, sparse su tutto il corpo, in particolare su entrambe le braccia, entrambe le gambe e sulla schiena.
Il video, che contiene solo quel messaggio e per il resto della sua durata è muto, sta circolando sui social tra gli amici del giovane e all'interno della comunità iraniana bolognese ed è stato anticipato dal TgR Rai dell'Emilia-Romagna.
Roozbeh spiega all'ANSA che Mehdi era stato picchiato in strada durante una manifestazione, gli aveva mandato il video e poi era stato preso e portato in carcere. "Quello che mi fa più male è vedere che Mehdi in quel video sorrideva ancora. Lo avevano picchiato ma stava sorridendo".
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