"Noi siamo dalla stessa parte dei familiari dei carabinieri uccisi al Pilastro e condividiamo pienamente con loro l'ansia di chiarezza sui punti oscuri, ma ieri nella cerimonia di commemorazione abbiamo sentito alcune cose che possono creare confusione. Come, per esempio un viceministro dire che chiederà al premier di desecretare gli atti. Sulla Uno Bianca non ci sono atti secretati". Lo dice Alberto Capolungo, vicepresidente dell'associazione dei familiari delle vittime della banda della Uno bianca, che tra il 1987 e il 1994 fece 23 morti e 100 feriti tra Bologna, Romagna e Marche. Ieri era stato Galeazzo Bignami a raccogliere la richiesta dei familiari delle vittime dei tre militari uccisi nel 1991.
"Noi ringraziamo le autorità che si dicono pronte a intervenire - continua Capolungo ma la direttiva Renzi riguarda vicende come Ustica, come la strage del 2 agosto 1980, mentre per la Uno bianca non c'è l'oggetto. Chiedere la desecretazione degli atti è fuori luogo. Inoltre la digitalizzazione è ormai conclusa, mancano solo alcuni ritocchi. Non vediamo l'ora che venga completata e su quello ci si potrà basare per una ricerca storica, che è quello che vogliamo, da parte di persone volenterose e competenti".
E intanto riparte lunedì 9 gennaio in seconda serata su Rai1 Cronache Criminali, il programma scritto da Giovanni Filippetto e Giancarlo De Cataldo e coprodotto da Rai Approfondimento e Verve Media Company. Quattro nuove puntate per raccontare storie iconiche dagli anni '60 ad oggi. Da uno studio virtuale Giancarlo De Cataldo, con le immagini esterne di Flavia Triggiani e Marina Loi, ricostruisce la vicenda della 'Uno bianca', la banda che per sette anni seminò il terrore tra Emilia-Romagna e Marche, con rapine a caselli stradali, banche, furgoni portavalori, agguati a cittadini e forze dell’ordine. Tra il 1987 e il 1994, l’organizzazione criminale mise a segno un centinaio di colpi, uccidendo 23 persone e ferendone oltre cento. Sette anni di indagini per arrivare a scoprire che i colpevoli portavano una divisa da poliziotti.
I processi hanno infatti condannato i responsabili e i capi della banda, Fabio e Roberto Savi, ma qualcuno ritiene che le sentenze abbiano consegnato una verità sulla quale aleggiano ancora ombre e interrogativi. Cronache Criminali, con le testimonianze dei protagonisti, racconta l’intera vicenda attraverso le voci di Luciano Baglioni e Pietro Costanza, i due agenti che riuscirono a identificare la banda, il magistrato Daniele Paci, Ada Di Campi, agente sopravvissuta, Alessandra Moneta, sorella di una delle vittime dell’attacco del Pilastro, lo scrittore Carlo Lucarelli, i giornalisti Andrea Purgatori, Stefano Tura e Giampiero Moscato, la criminologa Anna Vagli e Francesco Romolo, all’epoca consulente tecnico del pubblico ministero.
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