Denunciato da un superiore alla Procura militare per aver abbandonato la pistola mitragliatrice in un armadio non custodito dentro uno spogliatoio, invece di riporla in una cassaforte dell'ufficio. È successo a Forlì a un appuntato scelto dell'Arma, Giorgio Serri, accusato di violata consegna pluriaggravata e la cui posizione, però, al termine delle indagini, è stata archiviata perché è emerso che non c'era una indicazione in tal senso.
A darne notizia è il sindacato Nsc, di cui Serri è segretario provinciale a Forlì. "Giustizia è stata fatta", dice il segretario regionale, Giovanni Morgese. Il 25 marzo l'appuntato, in servizio alla sede locale della Banca d'Italia, doveva svolgere il proprio turno di vigilanza, dalle 7 alle 13. Alcune ore prima del termine del turno, aderendo a una richiesta del suo comandante, interruppe la vigilanza, lasciò l'arma nell'armadio per poi andare in una stazione cittadina per recuperare un collega. Venne accusato di aver violato la consegna, che si distingue dagli ordini e dagli incarichi di servizio in quanto è tassativa. Ma dalle indagini svolte è emerso che non esisteva una consegna specifica a riguardo e i testimoni hanno riferito che le armi, per decenni, sono state riposte "con il placido benestare sia dell'attuale che del precedente comandante del nucleo" nell'armadio del locale adibito a spogliatoi "proprio come stigmatizzato nella denuncia sporta dal Comandante della Compagnia di Forlì", sottolinea il Gip del tribunale militare di Verona. "Auspichiamo nella migliore preparazione possibile in diritto penale militare per chi riveste incarichi di comando e di responsabilità sulla risorsa umana, per evitare che si verifichino episodi di temerarietà con lo strumento della denuncia dalla quale scaturiscono profonde incisioni sul benessere psicofisico ed esistenziale dei dipendenti e al contempo enormi danni economici", dice Morgese, che annuncia la richiesta di una verifica da parte del comando regionale.
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