E' un viaggio tra le sezioni femminili di tredici istituti penitenziari del Paese, (Roma, Milano, Bologna, Venezia, Firenze, Torino, Forlì, Trani, Reggio Calabria, Napoli, Palermo, Messina e Catania) quello intrapreso dall'obiettivo del fotoreporter ravennate Giampiero Corelli, da oggi e fino al 10 marzo in mostra a Bologna. "Domani faccio la brava" si articola in una doppia esposizione di fotografie: una prima parte al piano terra dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna (visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18) e una seconda all'interno della casa circondariale della Dozza (visitabile solo su invito).
"Con la mostra di Corelli portiamo in Assemblea il tema della detenzione femminile. Le donne recluse sono molte meno degli uomini, ma purtroppo in questo meno si contano anche le opportunità di lavoro, di studio e di formazione, dentro e fuori la detenzione", sottolinea la presidente dell'Assemblea legislativa, Emma Petitti. "Questa mostra - spiega Giampiero Corelli - raccoglie le immagini del lavoro di fotoreportage che ho realizzato dal 2008 a oggi. Un affondo in un mondo fatto di sofferenza, ma anche di voglia di riscatto".
All'inaugurazione questa mattina, tra gli altri, la direttrice della Dozza, Rosa Alba Casella: "Sono immagini di volti nei quali si coglie la sofferenza che non è legata solo alla detenzione, ma anche a tutte una serie di sentimenti che per le donne sono particolarmente pesanti. Prima di tutto il senso di colpa verso i figli, l'angoscia del distacco - commenta - Le immagini raccontano anche alcuni luoghi, che sono spesso pensati al maschile. Alla Dozza, le sezioni femminili sono ricavate in istituti che nascono per uomini e questo è sicuramente una difficoltà per le donne che rischiano di essere marginalizzate all'interno dello stesso contesto penitenziario".
L'esposizione al carcere di Bologna conta anche di alcune gigantografie: "Abbiamo pensato - prosegue la direttrice - che mettere immagini molto grandi all'ingresso potesse essere un colpo d'occhio forte per chiunque varchi il carcere, operatori e visitatori".
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