L'allestimento de "Un ballo in
maschera" che Pier Luigi Samaritani realizzò nel 1989 al Teatro
Regio di Parma è ancora considerato uno dei più apprezzati e
meglio riusciti del capolavoro verdiano, tanto da essere stato
più volte ripreso. Grazie ad una nuova coproduzione fra il
Teatro Comunale di Modena e i Teatri di Reggio Emilia quello
spettacolo torna il 3 e 5 marzo al Pavarotti-Freni e il 17 e 19
marzo al Romolo Valli riallestito dal regista veneziano Massimo
Gasparon.
"Potremmo definire questa una ripresa con alcuni nuovi
elementi scenografici e drammaturgici, - scrive il regista -
un'occasione importante per ritrovare la modernità attraverso lo
stile e la tradizione, dove il nuovo deve nascere dal nucleo
classico della tradizione melodrammatica. L'approccio
scenografico di tipo ottocentesco prevede grandi scene dipinte
organizzate attraverso vari fondali a forte scorcio prospettico.
Rispettando tutto l'apparato visivo di Samaritani, al fine di
rendere lo spettacolo più coerente e fluido, anche nei cambi
scena, è stato deciso di sostituire la scena del secondo atto,
l'orrido campo, con una completamente nuova e di mia ideazione.
Un omaggio allo stile dello spettacolo, con l'idea di rendere
più forte la componente pittorica rispetto al costruito."
La parte musicale dell'opera è affidata ad Alessandro
D'Agostini, alla guida della Filarmonica di Parma e del Coro
Lirico di Modena preparato da Giulia Manicardi. Nel cast si
ascolteranno il tenore Giorgio Berrugi (Riccardo), il baritono
Devid Cecconi (Renato), il soprano Maria Teresa Leva (Amelia),
il mezzosoprano Alisa Kolosova (Ulrica), il soprano Lavinia Bini
(Oscar) e un folto gruppo di comprimari. La vicenda dell'opera,
ispirata a un fatto realmente accaduto, racconta dell'omicidio
di Gustavo III di Svezia, sovrano illuminato ucciso nel 1792 da
un rappresentante dell'aristocrazia tradizionalista, intrecciata
a un triangolo amoroso e percorsa da un sottile lettura
psicologica dei personaggi.
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