Fotografare in pellicola, magari in bianco e nero, per raccontare il cambiamento. È questo che 8 ragazze e i ragazzi dell'Oncoematologia Pediatrica dell'ospedale Sant'Orsola, seguiti da Ageop, hanno cercato di affrontare negli incontri del progetto 'Nuova luce in camera oscura: ritrovarsi in una foto', realizzato con Shado Officina Fotografica in collaborazione con Fondazione Carisbo. Usando luce, tempo e diaframma hanno messo a fuoco meglio il loro percorso di cura e di recupero. E hanno dato forma ad emozioni e stati d'animo molto spesso difficili da raccontare a parole.
Dopo protocolli di sicurezza, Dad e limitazioni per contenere i contagi da Covid-19, Ageop da settembre ha finalmente potuto riunire in presenza i ragazzi per un laboratorio di fotografia analogica. Un viaggio che li ha portati "dopo cure molto lunghe e invasive, alla scoperta della tecnica fotografica per ridare loro voce e ritrovare il gusto della socialità", spiega Luca Norio, responsabile della progettazione dell'associazione che per i giovani pazienti oncologici ha anche creato una teen room all'interno della propria sede.
La passione per la fotografia li ha portati per 12 incontri nello studio di Shado, in via San Donato 66/13, e per le strade di Bologna. Ne sono nati 8 progetti che hanno raccontato le passioni, come quella del modellismo, i volti dei compagni di classe, la casa e la scuola. Agli scatti dei ragazzi si sono aggiunti quelli fatti con gli occhi di un genitore. Le foto selezionate il 25 marzo saranno in mostra in piazza Maggiore durante la festa in occasione della nona edizione di #Lottoanchio, l'annuale campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi di Ageop che quest'anno ha l'obiettivo di raccogliere almeno 80mila euro da destinare alla ricerca.
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