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Caro-vita, solo 17 docenti su 2.137 accettano il posto in Emilia Romagna

Caro-vita, solo 17 docenti su 2.137 accettano il posto in Emilia Romagna

BOLOGNA, 18 agosto 2023, 15:44

Redazione ANSA

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Un 'aula scolastica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'aula scolastica - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un 'aula scolastica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Passato il Ferragosto, a poche settimane dall'inizio del nuovo anno scolastico l'Emilia-Romagna fa i conti con la mancanza di docenti di ruolo. Che cerca ma che non riesce a trovare, anche a causa del caro-vita che colpisce gli italiani e che spinge gli insegnanti a rinunciare a una cattedra fissa e a continuare a ricoprire il ruolo di supplenti non lontani da casa. A segnalare l'emergenza-cattedre è l'edizione bolognese di 'Repubblica' secondo cui alla chiamata rivolta a docenti di altre regioni disposti a trasferirsi in Emilia-Romagna su 2.137 posti di ruolo, di cui 1.861 di sostegno, sono state assegnate appena 17 cattedre e poche di più, sottolinea il quotidiano, sono state le richieste.
    Sull'intero territorio regionale, spiega al giornale Monica Barbolini, segretaria regionale della Cisl Scuola "servono 13.900 insegnanti, 900 in più dello scorso anno. Solo che in tutta l'Emilia-Romagna in ruolo ce ne sono solo 4.000 e nonostante le diverse chiamate non si riescono a coprire i posti. Assistiamo sempre di più al fenomeno di docenti precari, inseriti nelle Gps, che non se la sentono, evidentemente, di abbandonare l'ordinario, seppure svolto come supplenti". In questa scelta, osserva la sindacalista, "a pesare è sempre di più il costo della vita e in particolare della casa. Un insegnante che guadagna in media 1200-300 euro al mese difficilmente può sostenere un affitto da 7-800 euro.
    Bisognerebbe pensare a un bonus casa per i docenti, altrimenti la vedo dura".
    In base ai numeri raccolti, solo alla scuola primaria sul sostegno si registrano 83 posti 'avanzati' a Modena, 65 Bologna, 60 Reggio Emilia, 50 Parma, 45 Ravenna, 27 Ferrara, 26 Piacenza. Posti che nei prossimi giorni andranno ai precari, aggiungendosi a quelli già riservati ai supplenti di sostegno, la maggior parte non specializzati. 
   

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