Il bimillenario ponte di Tiberio di Rimini è un esempio della sorprendente abilità ingegneristica dei romani, tanto che la sua funzione nel contrato alle piene del fiume Marecchia è attuale ancora oggi. È quanto è emerso dagli scavi condotti nel 2022 dalla Soprintendenza nel settore corrispondente alla spalla orientale del manufatto d'epoca imperiale. Archeologi e studiosi si sono concentrati nel tratto tra l'intersezione di corso d'Augusto e via Circonvallazione occidentale.
Gli scavi sono stati realizzati in occasione di alcuni interventi di riqualificazione urbana e viaria dell'area. Si sapeva già che i romani, avendo appreso che il fiume 'Ariminus' era a carattere torrentizio, avevano realizzato piloni orientati in obliquo per assecondare la corrente e speroni frangiflutti alla base per smorzare l'impatto delle piene. Ciò che è emerso dai recenti studi è la presenza di un piccolo arco nel muro delle rampe di accesso al ponte per far passare l'acqua e alleggerire ulteriormente la pressione della piena. Gli approfondimenti stanno andando avanti.
"Nella sua configurazione originale - spiegano dal Comune - il ponte era stato costruito con apposite soluzioni progettuali in grado di assecondare la corrente del fiume, agevolare il deflusso delle acque e ridurre la pressione. In pratica cercando di rispondere a quelle esigenze che oggi, con le conseguenze che il cambiamento climatico ha sui territori e su come l'uomo riesce ad adattarsi ad essi, sono un'urgenza".
"Proseguiamo con il potenziamento e il miglioramento dell'illuminazione del complesso monumentale, che permetteranno di esaltarne ancor di più l'indiscutibile bellezza", ha annunciato il sindaco Jamil Sadegholvaad.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA