Lungo la via Emilia, mai come in
questi giorni, "stride la vampa" del Trovatore: il capolavoro
ultimo della celeberrima "trilogia popolare" di Giuseppe Verdi
(Rigoletto e Traviata, gli altri due titoli) è infatti al centro
della programmazione di ben tre teatri distanti fra loro solo
una quarantina di chilometri sull'antica strada romana fatta
costruire da Marco Emilio Lepido.
A partire dall'1 dicembre infatti, sia il Teatro
Pavarotti-Freni di Modena che il Duse di Bologna presentaranno
due nuovi nuovi allestimenti dell'opera ai quali se aggiungerà
un altro a febbraio del Teatro Comunale di Bologna. Nel teatro
modenese è ormai pronto un nuovo allestimento firmato da Stefano
Monti, sotto le Due Torri invece una nuova produzione è alle
ultime fasi di preparazione da parte del regista Giovanni
Dispenza, collaboratore abituale dell'Orchestra Senzaspine che
curerà la produzione e, naturalmente la parte musicale.
Il cast del Comunale di Modena (dove l'opera sarà replicata
il 3 dicembre) è formato da Ernesto Petti (Il Conte di Luna),
Chiara Isotton (Leonora), Anna Maria Chiuri (Azucena), Angelo
Villari (Manrico), Giovanni Battista Parodi (Ferrando); quello
bolognese, doppio, vedrà alternarsi Ettore Chi Hoon Lee e Tong
Liu, Schirru Elena e Yuliya Pogrebnyak, Benedetta Mazzetto e
Danbi Lee, Emanuele D'Aguanno e Jaebeom Park col Ferrando di
Luca Kwangsik Park
Ines Beatrice Amato. Entrambi cast si arricchiranno della
consueta lista di comprimari. Le parti musicali vedranno in buca
l'Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Matteo Beltrami, e
la Senzaspine con la bacchetta del cofondatore Matteo
Parmegiani. A Bologna si replica anche il 2 e il 3 dicembre.
Composta da Giuseppe Verdi nel 1852 su libretto di Salvatore
Cammarano, 'Il Trovatore' è un dramma in quattro atti,
ambientato in Spagna all'inizio del XV secolo. Mette in scena,
con la forza espressiva del canto, fiammeggianti passioni come
l'amore, la gelosia, la vendetta, l'odio e la lussuria. In
questo dramma, Manrico e il Conte di Luna, innamorati della
stessa donna, si fronteggiano fino alla morte come nemici, senza
sapere di essere, in realtà, fratelli.
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