Vincenzo Vinciguerra è stato
assolto a Bologna dall'accusa di diffamazione ai danni di Paolo
Signorelli, ex Msi e poi tra i massimi esponenti di Ordine nuovo
e del Fronte sociale nazionale, morto nel 2010. Il processo al
detenuto, condannato all'ergastolo da reo confesso per la strage
di Peteano, era partito da una denuncia della figlia di
Signorelli e gli eredi erano costituiti parte civili, assistiti
dall'avvocato Gabriele Bordoni.
Secondo l'accusa Vinciguerra, nella sua testimonianza davanti
alla Corte d'Assise durante il processo di primo grado a carico
di Paolo Bellini per la strage del 2 agosto 1980, avrebbe offeso
la reputazione di Signorelli. In particolare nell'udienza del 4
giugno 2021, quando a seguito della domanda rivoltagli dal
presidente della Corte se Valerio Fioravanti fosse legato ai
servizi segreti, Vinciguerra rispose: "A me bastava sapere che
li avesse con Paolo Signorelli i rapporti... e li aveva".
Il pm Antonello Gustapane aveva chiesto una condanna a un
anno e mille euro di multa, sottolineando, in requisitoria, che
le comunicazioni dei servizi segreti Aisi e Aise del 31 maggio
2021 e 21 giugno 20121 escludono che Signorelli abbia mai avuto
rapporti con i servizi segreti dell'epoca, Sisde e Sismi. Per la
Procura si trattava dunque solo di supposizioni. Il giudice Anna
Fiocchi ha assolto l'imputato perché il fatto non sussiste.
"Non c'è nessun elemento per affermare l'appartenenza di
Signorelli ai Servizi - ha commentato l'avvocato Bordoni dopo la
sentenza - e per gli eredi questo accostamento è un'infamia.
Leggeremo le motivazioni, ma rimarrà una vicenda opaca e
inutilmente lesiva".
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