La Corte dei conti 'boccia'
l'accordo sul premio di produttività tra la Fondazione Teatro
comunale di Bologna e i sindacati. La sezione regionale di
controllo della Corte ha infatti dichiarato il "non luogo a
provvedere" sull'accordo, inviato per la certificazione, così
come previsto dalle norme, per manifesta tardività. L'accordo è
infatti stato sottoscritto il 29 marzo 2023, ma è stato mandato
ai giudici solo il 12 giugno 2024.
La sezione di controllo ha il compito di attestare
l'attendibilità della quantificazione dei costi prospettati
negli accordi aziendali tra le fondazioni lirico-sinfoniche e le
organizzazioni sindacali e la compatibilità degli stessi con gli
strumenti di programmazione e di bilancio, il Contratto
collettivo nazionale di lavoro e il piano di risanamento. Nel
caso bolognese la questione è stata dichiarata inammissibile,
visto il lungo tempo trascorso tra l'accordo e la trasmissione
agli uffici: il ritardo nella trasmissione è stato ritenuto
"vulnus" insuperabile, peraltro alla Corte andrebbe trasmessa
una ipotesi di accordo e invece è stato ricevuto il testo già
siglato dalle parti.
Inoltre i giudici, pur non potendo pronunciarsi nel merito,
hanno fatto alcune considerazioni, rilevando problemi sulla
compatibilità economica con il bilancio dell'Ente,
manifestamente soggetto a tensioni finanziarie. Valorizzando
alcune valutazioni del Collegio dei revisori dei conti, i
magistrati del controllo hanno rilevato come la copertura
economico-finanziaria del premio (evidentemente non del tutto
completa) sia stata costruita tramite un'operazione
straordinaria che consentirebbe di riallocare i risparmi
derivanti dalla sospensione di una produzione artistica
(missione principale della Fondazione) sui costi del personale,
ai fini dell'integrale erogazione del premio di produttività. Al
momento non sono stati evidenziati concreti profili di danno
erariale, ma i giudici hanno sottolineato l'opportunità di una
"radicale rimeditazione della vicenda", tenendo conto delle
possibili responsabilità amministrativo-contabili, anche perché,
allo stato, l'accordo del 2023 rimane privo di certificazione.
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