"Sappiamo la verità e abbiamo le
prove". E' la frase scelta quest'anno dall'associazione dei
familiari delle vittime in occasione del 44/o anniversario della
strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, per ricordare
gli 85 morti e i 200 feriti dell'attentato più grave dal Secondo
Dopoguerra ad oggi.
Una strage fascista, come ricorda il manifesto
dell'associazione, che dopo oltre 40 anni appare finalmente più
chiara, soprattutto grazie alle ultime sentenze d'appello che
hanno confermato le condanne all'ergastolo dell'ex Nar Gilberto
Cavallini e dell'ex di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini
(quest'ultima l'8 luglio scorso).
La verità giudiziaria, tanto inseguita dai familiari delle
vittime, è che a quell'attentato parteciparono non solo i Nar
Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini
(condannati in via definitiva), ma tutte le formazioni
dell'estrema destra dell'epoca, finanziate dai soldi distratti
dal Banco Ambrosiano da Licio Gelli e Umberto Ortolani e coperte
dai servizi segreti deviati, con il contributo del capo degli
ufficio Affari Riservati del Viminale, Federico Umberto D'Amato
e del giornalista Mario Tedeschi. Tutti morti e non più
imputabili, ma riconosciuti comunque come mandanti, finanziatori
e organizzatori dell'attentato compiuto per destabilizzare
l'ordine democratico nell'ambito della strategia della tensione.
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