BOLOGNA, 03 OTT - È fissata per il 19 dicembre al Tribunale delle acque pubbliche di Firenze, competente sul tema, un'udienza in seguito a un ricorso di un gruppo di cittadini, residenti principalmente nelle zone di Roncalceci e Fornace Zarattini (Ravenna) e riuniti nel comitato 'Noi ci siamo': chiamano in causa la Regione Emilia-Romagna, il Comune e la Provincia di Ravenna e il Consorzio di bonifica della Romagna per le alluvioni di maggio 2023. Si chiede che il giudice nomini un consulente tecnico perché faccia verifiche sullo stato dei luoghi colpiti dalle esondazioni dei fiumi, accerti le cause di quanto successo ed eventuali responsabilità per i danni riportati dai cittadini. Lo stesso consulente dovrebbe anche indicare le opere utili ad evitare che la situazione si ripeta.
In sostanza il ricorso sostiene, allegando una perizia, che il ripetersi delle alluvioni non può essere sempre imputabile a eventi meteo straordinari, quanto a evidenti carenze strutturali, e sottolinea quella che viene ritenuta una "pessima se non nulla" gestione di manutenzioni ordinarie e straordinarie dei corsi d'acqua. Gli eventi, continuano i ricorrenti, erano tutt'altro che imprevedibili e hanno coinvolto largamente i territori già interessati in precedenza. Il tutto "nella piena consapevolezza delle Autorità preposte così che in alcun modo può essere invocata la straordinarietà o imprevedibilità dell'evento" senza che siano ancora state realizzate opere in grado di diminuire il rischio per territorio, beni e persone. Il comitato ricorda che il territorio del Comune di Ravenna, infatti, è stato oggetto di quattro episodi in poco più di 20 anni (1996-2015-2019 e 2023), sia pure di diversa estensione ed entità.
L'udienza era fissata ad ottobre, con eventuale nomina del consulente tecnico, ma il Consorzio ha chiesto un differimento dei termini avendo chiamato in causa un'assicurazione.
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