BOLOGNA, 13 NOV - "Tornassi indietro lo rifarei cento volte": così Gloria Merli descrive la sua scelta di dare avvio a un allevamento di alpaca all'interno della azienda di famiglia nella Valtidone, in provincia di Piacenza. L'imprenditrice è tra le premiate della seconda edizione di "Amiche della terra, storie di donne che nutrono il mondo" di Coldiretti, riconoscimento per iniziative "green". Gloria Merli è tra le premiate nella categoria "Creatività": ha trasformato la sua passione per gli alpaca in un'attività unica nelle campagne piacentine, dove trasforma la lana in abiti e accessori artigianali. Un'inventiva, sottolinea Coldiretti, che "sottolinea come la moda possa nascere dalla semplicità e dall'amore per l'ambiente".
Mentre preparava la tesi in Architettura al Politecnico di Piacenza, Gloria scopre per caso il mondo degli alpaca e se ne innamora: nasce così, nel marzo del 2016, l'allevamento Alpaca di Marano ad Albareto di Ziano, in provincia di Piacenza, dove ai vigneti curati dalla mamma Gloria ha affiancato l'allevamento di rarissimi alpaca di razza huacaya di diversi colori. Una scommessa, visto che allora gli alpaca non erano ancora considerati animali da reddito. Quello di Gloria è uno dei pochi allevamenti in Italia e viene gestito seguendo una filosofia precisa: tutto ruota intorno al benessere degli animali, dotati di microchip e pedigree, seguiti da controlli veterinari per garantire loro salute, così da ottenere anche un miglioramento genetico del gregge.
"Questo - spiega Coldiretti - consente a Gloria di ottenere un prodotto buono, artigianale, naturale e soprattutto Made in Italy: una fibra luminosa, fine, che poi, con un percorso di filiera corta attento ad ogni fase della trasformazione, diventa un filato pregiato, lavorato secondo metodi naturali e senza impiego di sostanze chimiche né tinture. Nel laboratorio di maglieria presente in azienda Gloria confeziona accessori e capi di abbigliamento, anche su misura, con filati 100% di alpaca e con colorazioni naturali, usando strumenti della tradizione artigianale come telai, ferri e uncinetto: è quella che lei ama chiamare l'etica del fatto a mano, ovvero 'arte del creare un oggetto che incarna unicità e non lascia nulla al caso'".
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