L'uomo che legava la sabbia, copyright di Pierluigi Bersani, è arrivato al suo quartier generale a Bologna alle cinque del pomeriggio, due ore dopo la chiusura delle urne. A tributargli una standing ovation c'erano tutte le anime più o meno litigiose del Pd, oltre a esponenti dei partiti alleati, da Azione (il senatore Michele Lombardo) al M5s (la consigliera regionale uscente Silvia Piccinini) e allo stato maggiore della Cgil.
Un'immagine che, sottotitolata dalle parole di Bersani, basta a dare la cifra politica di Michele de Pascale, il nuovo presidente dell'Emilia-Romagna. Se il campo largo fatica dalla Liguria alla Basilicata, qui il sindaco di Ravenna ha saputo replicare quanto fatto in Romagna: un'alleanza che tenesse insieme da Italia viva ai Verdi e al M5s, che lo hanno sostenuto dall'inizio nonostante un mandato a Ravenna segnato da opere che altrove hanno trovato le barricate degli ecologisti, a partire dal rigassificatore.
Il nuovo presidente della Regione arriva da Cervia, ha 39 anni è in politica da quando andava a scuola. De Pascale è stato bersaniano con Bersani e renziano con Matteo Renzi. Ha sostenuto Stefano Bonaccini nelle primarie che hanno incoronato Elly Schlein, ma questo non ha impedito che la segretaria Pd desse l'ok alla sua candidatura, avallando la scelta del governatore uscente. Oggi proprio Schlein lo ha accompagnato nella passerella a piedi lungo via Azzo Gardino, verso il circolo Costa, insieme al sindaco di Bologna Matteo Lepore. Alla segretaria e all'ex presidente lo accomuna la fede juventina: il nome, Michele, è un omaggio a Platini.
A chiudere il discorso candidatura in estate è stato il passo indietro di Vincenzo Colla, storico dirigente della Cgil e poi potente assessore allo sviluppo economico dell'Emilia-Romagna.
La prima persona che de Pascale ha abbracciato dal palco allestito in Regione, con gli occhi lucidi, è stato proprio Colla, nel frattempo diventato responsabile della sua Fabbrica del programma e che avrà un ruolo nella prossima giunta.
Un via libera a una nuova generazione e insieme un nuovo romagnolo dopo Vasco Errani, ma anche una candidatura simbolica della storia recente del territorio: de Pascale, oltre che sindaco di Ravenna, è stato il presidente della provincia più colpita dalle alluvioni che in un anno e mezzo hanno mandato sott'acqua quattro volte l'Emilia-Romagna. Fu lui, nel maggio 2023, a chiedere alla cooperativa Cab Terra di allagare i propri campi per evitare che l'acqua sommergesse il capoluogo romagnolo. Il sindaco dell'alluvione (che dal 2019 è anche presidente dell'Upi, Unione province italiane) ora aspira a essere il presidente dell'alluvione: quasi quotidianamente, in campagna elettorale, ha chiesto che il nuovo governatore diventi commissario per la ricostruzione.
E dal palco ha mandato un messaggio chiaro alla premier Giorgia Meloni: "È stato un anno e mezzo di speculazioni politiche, di scontri. Nella nostra terra le persone hanno paura, le imprese si chiedono cosa devono fare per il loro futuro. Da questa campagna elettorale deve finire la speculazione politica e deve iniziare una nuova collaborazione istituzionale per l'Emilia-Romagna. Io spero già nei prossimi giorni di poter incontrare la presidente del Consiglio e su questo poter segnare un cambio un cambio di passo". Un ramoscello d'ulivo, porto mentre sotto al palco lo ascoltavano moglie e figli.
L'ennesimo tentativo di 'legare la sabbia', da parte di un amministratore pubblico che ha sempre evitato i toni alti. Anche perché la vita, lo ha detto lui stesso, gli ha insegnato a dare il giusto peso alle cose. "Piango sempre quando vedo Il Re Leone", ha raccontato, ricordando il padre perso in giovane età.
Nel 2011 rimase per giorni in coma farmacologico dopo un colpo di sonno in auto. E nel 2015 un altro fatto tragico gli cambiò ancora la vita: l'assessore Enrico Liverani, candidato sindaco di Ravenna, morì uscendo di strada con l'auto. Aveva 39 anni, quanti ne ha oggi de Pascale, che all'epoca si trovò in corsa dalla sera alla mattina. Era il 2015. Nove anni dopo, si apre una nuova fase.
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