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Un anno di politica in Emilia-Romagna

Un anno di politica in Emilia-Romagna

Vince Michele de Pascale, la Regione ha un nuovo 'pres'

BOLOGNA, 27 dicembre 2024, 10:57

Redazione ANSA

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DE PASCALE VINCE LE REGIONALI, L'E-R HA UN NUOVO 'PRES' Michele de Pascale è il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna. Ha vinto con un distacco di 17 punti le regionali del 17 e 18 novembre, contro la candidata del centrodestra Elena Ugolini. Subito dopo l'elezione di Bonaccini a Bruxelles, il sindaco di Ravenna è parso la persona in grado di mettere d'accordo tutti, sia nel suo partito, il Pd, sia nella coalizione di centrosinistra, dopo che erano girati anche i nomi di Vincenzo Colla (poi nominato vicepresidente) sia di Irene Priolo (poi confermata in giunta). Il nuovo mandato è cominciato marcando subito qualche segno di novità: i terreni tracciati sono la sanità e la ricostruzione post-alluvione. Le polemiche con Giorgia Meloni e con il suo governo sono già cominciate.
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    BONACCINI SBARCA A BRUXELLES A SUON DI PREFERENZE Stefano Bonaccini ha deciso di concludere qualche mese prima del previsto il proprio mandato da presidente di Regione per andare al Parlamento Europeo dove è stato eletto con una valanga di preferenze: quasi 400mila, di cui 260mila in Emilia-Romagna. Il suo parere non è stato ininfluente nella scelta del suo successore. E' diventato nonno e da due anni fa il presidente del Partito Democratico, da dove può far sentire la sua voce sulla scena nazionale. Con lui ritrova un seggio nella plenaria di Strasburgo Elisabetta Gualmini ed entra per la prima volta un eurodeputato di centrodestra: Stefano Cavedagna di Fratelli d'Italia. Sono state a loro modo elezioni storiche: per la prima volta hanno potuto votare i fuori sede.
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    LA VIA EMILIA CONTA DI PIÙ NELLE STANZE DEL GOVERNO Il centrodestra emiliano-romagnolo non esce soddisfatto dal risultato delle regionali, ma guadagna posizioni negli equilibri nazionali: con l'approdo di Raffaele Fitto alla commissione europea, il piacentino Tommaso Foti, storico esponente di Fratelli d'Italia, è diventato il nuovo ministro delle politiche europee. Sulla sua scrivania c'è il delicatissimo dossier dei fondi del Pnrr, che riguardano direttamente anche l'Emilia-Romagna. Al suo posto, a dirigere il gruppo più numeroso del Parlamento è arrivato Galeazzo Bignami, che lascia il ministero delle infrastrutture dove era vice di Salvini per fare il capogruppo di Fdi. La ministra dell'Università Anna Maria Bernini rappresenta con Forza Italia l'anima più moderata ed è sempre attentissima a quello che succede dalle sue parti.
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    SCHLEIN COLTIVA IL CAMPO LARGO E DIFENDE IL FORTINO Se nel centrodestra aumenta il peso dell'Emilia-Romagna, nel Pd probabilmente non ne ha mai avuto uno così forte. Elly Schlein, fino a qualche anno fa vice di Bonaccini in Regione, porta a casa un 24% alle Europee e segna qualche punto pesante alle Regionali e alle amministrative, consolidando la propria ledearship. L'orizzonte tracciato è quello del 2027 per la sfida delle politiche con il centrodestra e con il tempo di arrivarci preparati. Coltivando con pazienza il campo largo, come quello che ha fatto vincere de Pascale in Emilia-Romagna. Intanto le correnti si rimescolano e molti emiliano-romagnoli fanno carriera nel partito o rivestono ruoli organizzativi e politici di primissimo piano. Avvantaggiati anche dal fatto che in molte parti d'Italia il Pd semplicemente non esiste più.
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    ISABELLA CONTI GUIDA LA RISCOSSA DELLE FASCE TRICOLORI Sindaci, ma soprattutto sindache, sbancano alle regionali. A Bologna Isabella Conti da San Lazzaro e Irene Priolo da Calderara entrano con deleghe pesanti nella giunta guidata da Michele de Pascale da Ravenna. Alessio Mammi da Scandiano è confermato a suon di voti all'agricoltura, Gessica Allegni da Bertinoro ottiene la delega alla cultura. Maurizio Fabbri da Castiglion de Pepoli è il nuovo presidente del Consiglio regionale. Ma anche nel centrodestra le giunte comunali si rivelano bacino di classe dirigente: arriva in consiglio con Forza Italia l'ex sindaco di Parma Pietro Vignali e il giovane sindaco di Fontevivo Tommaso Fiazza è l'unico leghista eletto.
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    ALAN FABBRI, L'INDIANO PADANO CHE A FERRARA È PRIMO PARTITO Se la Lega come risultati elettorali ha avuto giorni migliori, Alan Fabbri, militante di antica fede e dal look che non piaceva a Silvio Berlusconi, non solo si conferma sindaco di Ferrara al primo turno, ma la lista che porta il suo nome in città è il primo partito, con il 30%, prosciugando i voti degli altri partiti di centrodestra, ma pescando anche a sinistra. Modena e Reggio Emilia hanno due nuovi sindaci espressione del campo larghissimo, Massimo Mezzetti e Marco Massari, mentre vengono confermati per un secondo mandato Enzo Lattuca a Cesena e Gian Luca Zattini a Forlì.
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    IL MOVIMENTO 5 STELLE PERDE L'EUROPA MA GUADAGNA LA GIUNTA In Emilia-Romagna la pesca elettorale del Movimento 5 Stelle è magrissima (7% alle europee, 3,5% alle regionali) e manca la rielezione come eurodeputata uscente la reggiana Sabina Pignedoli. I vertici locali convincono Conte a non rompere con il centrosinistra sulla presenza dei renziani in coalizione e alla fine conquistano un'assessora, la reggiana Elena Mazzoni che si occuperà di legalità e agenda digitale. Non ricandidata né nominata in giunta la consigliera uscente Silvia Piccinini.
    Nel frattempo Max Bugani, accolto nel Pd, lascia la giunta di Bologna per un incarico in Regione, Federico Pizzarotti ha lasciato +Europa per candidarsi con Azione e l'ex sottosegretario Vittorio Ferraresi è assessore ai quartieri del Comune di Modena.
   

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