La famiglia di una donna di 65
anni morta ad aprile 2024 dopo oltre cinque mesi di ricovero ha
fatto causa alle strutture sanitarie che l'hanno avuta in cura,
gli ospedali Sant'Orsola e Bellaria di Bologna, chiedendo i
danni, circa 900 mila euro. Il tribunale, con la giudice Paola
Matteucci della terza sezione civile, ha accolto il ricorso di
accertamento tecnico preventivo presentato dai parenti,
assistiti dagli avvocati Chiara Rinaldi e Maria Federica
Celatti, e ha nominato un consulente tecnico, il medico legale
Antonio Regazzo, che potrà avvalersi di specialisti e dovrà
esaminare il caso, valutare la condotta del personale sanitario
e quantificare il danno subito.
La donna era stata ricoverata per l'asportazione di un tumore
benigno ad un nervo cranico, vicino ad un orecchio. E' deceduta
a seguito di una infezione ospedaliera da Candida, contratta
dopo l'intervento chirurgico al Sant'Orsola: così ha concluso
una consulenza disposta dalla Procura di Bologna. Sulla vicenda
è in corso infatti anche un procedimento penale, un'inchiesta
coordinata dal pm Marco Imperato, per omicidio colposo, con
incarico ai medici Matteo Tudini e Davide Fiore Bavaro. Gli
accertamenti si sono conclusi ravvisando responsabilità della
struttura dove è stato fatto l'intervento neurochirurgico, con
criticità nelle procedure di controllo delle infezioni o di
sterilità degli ambienti sanitari e degli strumenti utilizzati.
Gli avvocati dei parenti della donna hanno depositato a loro
volta relazioni tecniche sul caso, con il medico legale
Donatella Fedeli e l'infettivologo Massimo Puoti come consulenti
di parte.
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