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Imprenditore scomparso a Modena, un arresto per omicidio

Imprenditore scomparso a Modena, un arresto per omicidio

Il 54enne sparì nel luglio 2023, l'indagato è un 38enne

MODENA, 14 gennaio 2025, 18:28

Di Francesco Vecchi

ANSACheck
Salvatore Legari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Salvatore Legari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Non è stato un allontanamento volontario, non un sequestro di persona, ma un omicidio. Salvatore Legari, imprenditore edile 54enne padre di due figli originario di San Pancrazio Salentino (Brindisi), è stato ucciso e il suo corpo fatto sparire. All'alba, le ipotesi avanzate dalla procura di Modena, che comprendono anche un movente, economico, hanno portato alle manette ai polsi di Alex Oliva, 38enne modenese indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. L'uomo è in carcere dopo che i carabinieri di Modena hanno dato esecuzione all'ordinanza cautelare firmata dal gip.

Dopo esattamente un anno e mezzo dunque, un giallo sembra chiudersi e i parenti della vittima, il figlio Nicholas e le sorelle Nunzia e Floriana, ringraziando gli inquirenti auspicando che presto i resti del loro congiunto vengano trovati. Oliva, che doveva dei soldi a Legari per lavori su una villa di sua proprietà, avrebbe tentato in più modi di depistare le indagini che avrebbero potuto, e d'altronde lo hanno fatto, condurre a lui. La procura di Modena ne è certa: dal furgone della vittima ritrovato a Sassuolo alla maglietta del 54enne indossata per ingannare le telecamere, così come l'hard disk dell'occhio elettronico puntato sulla sua proprietà sostituito evidentemente per eliminare immagini che lo avrebbero incastrato.

Un piano pensato nei dettagli che motiva il pesante capo di imputazione e probabilmente anche la durata delle complesse indagini. Salvatore Legari sparisce nel nulla il 13 luglio del 2023 dopo essere stato, al mattino, in un cantiere edile di cui si stava occupando a Lesignana, alle porte di Modena. Quel cantiere era nella proprietà di Alex Oliva, il committente. Proprio il 13 luglio Oliva, ritengono gli inquirenti, avrebbe dovuto saldare un ingente debito che aveva nei confronti di Legari. Ma da Lesignana Legari non fa più ritorno e di lui non si sa più nulla fino al 22 luglio successivo. Mentre nel frattempo la compagna dell'imprenditore sporge denuncia per la scomparsa ai carabinieri, a Sassuolo viene infatti rinvenuto il furgone del 54enne con all'interno le chiavi, vestiti ed effetti personali, come le carte di credito.

Secondo la ricostruzione fatta dalla procura di Modena e dai carabinieri, Oliva avrebbe indossato una maglia della vittima a Lesignana e si sarebbe messo in viaggio sul furgone verso Sassuolo, presumibilmente dopo aver consumato l'omicidio. Il mezzo lo avrebbe abbandonato lì, a Sassuolo, per allontanarlo il più possibile dalla sua proprietà, dalla casa-cantiere di Lesignana. Proprio su quell'edificio puntavano le telecamere il cui hard disk sempre Oliva avrebbe tolto per sostituirlo con un altro 'pulito'. Ma gli inquirenti quel viaggio fatto in furgone lo hanno ricostruito successivamente, attraverso l'attenta visione degli impianti di videosorveglianza pubblica e privata e analizzando il tabulato di traffico dell'utenza che era in uso alla vittima fino al suo spegnimento. Non solo: una consulenza foto-antropometrica ha stabilito che, nonostante quella maglietta gli appartenesse, alla guida del furgone non c'era Salvatore Legari.

Piuttosto le fattezze della persona al volante corrispondono proprio a quelle di Alex Oliva. Per questi motivi il 38enne ora è nel carcere di Modena, ma manca ancora un tassello di questa tragica vicenda: dov'è il corpo dell'imprenditore edile? In questo anno e mezzo gli inquirenti hanno eseguito scavi intorno alla villa di Lesignana, dettaglio questo che aveva lasciato intendere come la vicenda dovesse essere in qualche modo collegata al cantiere ed a un debito mai estinto.

All'ipotesi di un allontanamento volontario, non a caso, gli stessi parenti di Legari non avevano mai creduto, come ribadiscono oggi in un testo diffuso dagli avvocati Antonio Cozza e Corina Torraco: "Abbiamo sempre sostenuto che - le parole del figlio di Legari, Nicholas, e delle sorelle Nunzia e Floriana - quello di Salvatore Legari non fosse un allontanamento volontario, ma che qualcosa di grave, forse di irreparabile, fosse successo e che l'abbandono del suo furgone nel territorio di Sassuolo fosse solo un depistaggio.

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