All'Oratorio di San Filippo Neri di Bologna, domani, 21 marzo alle 20.30, la compagnia ErosAntEros porta in scena Libia, spettacolo di impegno civile e valore estetico che inaugura Frontiere, la nuova rassegna che parla del momento in cui viviamo e delle le guerre fratricide che scoppiano ad ogni frontiera.
Come ha fatto
l'artista-attivista Gianluca Costantini proponendo alla
giornalista d'inchiesta Francesca Mannocchi di trasformare in
un'opera di graphic journalism i suoi reportage, così
ErosAntEros trasforma le potenti immagini e parole di
Costantini/Mannocchi in uno spettacolo multidisciplinare che
crea l'occasione per confrontarsi con il musicista Bruno
Dorella.
Voce, musica e disegni animati sono dunque i tre elementi
fondamentali di una Libia dei nostri giorni, diversa però da
quella dei telegiornali e dei social media: "la Libia dei
libici, la Libia delle code fuori dalle banche per procurarsi
una moneta che non ha più valore, la Libia dei ragazzi che hanno
combattuto il regime di Gheddafi e ora lo rimpiangono perché
almeno, 'quando c'era lui', si sentivano sicuri; e non mancavano
soldi, corrente elettrica, benzina", dichiara ErosAnteros.
"La
Libia delle madri ferme alla finestra in attesa di figli che non
torneranno". Da un decennio la questione libica divide
l'opinione pubblica: da un lato chi era favorevole
all'intervento armato nel 2011, dall'altro i contrari; da un
lato chi pensa che il flusso dei migranti verso le coste
italiane vada fermato con ogni mezzo (compresi i centri di
detenzione "legali" e illegali), dall'altro chi ritiene che i
migranti imprigionati in Libia abbiano il diritto di fuggire ed
essere salvati.
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