I capolavori di due protagonisti
dell'arte europea tra Otto e Novecento, Alphonse Mucha e
Giovanni Boldini, cantori della bellezza e del fascino
femminile, saranno esposti al Palazzo dei Diamanti di Ferrara
dal 22 marzo al 20 luglio.
Artista di origini ceche, Alphonse Mucha (1860-1939)
raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle.
Noto in tutto il mondo per i manifesti degli spettacoli dell'attrice Sarah Bernhardt, fu poliedrico e versatile: oltre che pittore, disegnatore e illustratore, fu anche fotografo, scenografo, progettista d'interni, creatore di gioielli e packaging designer.
Le sue opere divennero presto emblematiche della
nascente Art Nouveau, alla cui affermazione contribuì elaborando
uno stile inconfondibile, "Le style Mucha". Quando nel 1904
visitò per la prima volta gli Stati Uniti, la stampa lo celebrò
come "il più grande artista decorativo del mondo". La mostra
monografica organizzata da Arthemisia e Fondazione Ferrara Arte,
in collaborazione con la Mucha Foundation, racconta la
biografia, il percorso artistico e i molteplici aspetti della
produzione di Mucha, fermamente convinto che la bellezza e la
forza ispiratrice dell'arte potessero favorire il progresso
dell'umanità e garantire la pace e l'unione dei popoli.
Donne aggraziate ed eleganti furono indiscusse protagoniste
anche delle opere del ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931)
che, come l'artista ceco, risiedette stabilmente a Parigi, dove
si affermò come ritrattista mondano, molto ricercato da una
facoltosa clientela internazionale. Palazzo dei Diamanti
ospiterà una significativa selezione di dipinti, disegni e
incisioni dedicati al tema del ritratto e della figura femminile
provenienti dal Museo Giovanni Boldini, la più importante
raccolta pubblica di opere del maestro ferrarese, che riaprirà
nel rinnovato complesso di Palazzo Massari nel 2026. Accanto a
capolavori come La signora in rosa (1916) e Fuoco d'artificio
(1890) saranno presentati studi di donne a figura intera e di
singoli volti femminili che documentano il rapporto iperattivo
dell'artista con la realtà circostante, nonché la sua abilità e
prontezza nel registrare pose e attitudini.
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