Allineare la produzione vinicola alla domanda, aumentare la resilienza alle sfide del mercato e del clima e adattarsi alle tendenze per cogliere le nuove opportunità di mercato: tre i pilastri centrali delle raccomandazioni formulate dal gruppo di alto livello Ue sul vino consegnate ieri nelle mani della Commissione europea, per contribuire al dibattito sulla futura politica agricola comune post-2027.
Le raccomandazioni sono state adottate nella quarta e ultima riunione del gruppo che si è svolta alla presenza del commissario europeo all'agricoltura, Christophe Hansen, che ha promesso di mettersi al lavoro per "preparare un calendario per la loro eventuale attuazione". Il documento di sei pagine contiene una serie di opzioni politiche per adeguare la produzione al calo della domanda, ad esempio introdurre programmi di estirpazione mirati per determinate regioni o vini, una modulazione temporanea del potenziale di produzione attraverso un sistema di gestione più flessibile per le autorizzazioni di impianto e reimpianto della vite o meccanismi per facilitare l'adeguamento delle rese dell'uva.
Contro i rischi di mercato e climatici, il gruppo chiede di indirizzare "meglio il supporto per strumenti di gestione del rischio potenziati, soluzioni assicurative innovative e l'allineamento degli investimenti con i piani di adattamento ai cambiamenti climatici". Quanto alle risorse dalla nuova Pac, il gruppo raccomanda di dare flessibilità alla gestione finanziaria e di modificare i programmi di sostegno nazionali dedicati al vino per consentire una reazione più rapida agli eventi di mercato o climatici. Il settore vinicolo dell'Ue "è a un bivio", ha messo in guardia Hansen, sottolineando che dopo "decenni di aumento delle vendite e delle esportazioni e di costante miglioramento della reputazione e della qualità dei vini dell'Ue, il comparto oggi è in crisi".
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