Ascolta "A Torino si progettano i depositi sicuri per l'idrogeno" su Spreaker.
A Torino c'è un laboratorio unico in Europa che lavora su due fronti, lo stoccaggio in sicurezza dell'idrogeno e la produzione di biocarburanti dalla trasformazione degli scarti alimentari utilizzando le alghe e i cianobatteri. Tutto è partito da un finanziamento di 3,5 milioni di euro di Fondi Fesr messi in campo dalla Regione Piemonte: da questa scintilla iniziale sono scaturiti progetti e finanziamenti per oltre 60 milioni. La struttura, battezzata Co2 Circle Lab e coordinata dall'Istituto Italiano di Tecnologia in collaborazione con il Politecnico, è stata realizzata all'interno dell'Envipark del capoluogo piemontese, una società della Regione dove vengono convogliate le risorse europee per la ricerca. Lo dirige l'ingegnere nucleare Fabrizio Pirri, docente di Fisica della Materia al Politecnico di Torino e direttore dell'Istituto Italiano di Tecnologia, che lavora fianco a fianco con giovanissimi ricercatori.
Nei laboratori dell'EnviPark alghe e cianobatteri trasformano gli scarti dell'industria alimentare in ossigeno e in carburanti verdi, si simulano le condizioni dei giacimenti naturali di metano per arrivare domani a usare quelli esauriti come depositi per l'idrogeno e si studia come catturare l'anidride carbonica e farne carburante in modalità nuove ed economicamente vantaggiose. Il centro si estende su 2.500 metri quadrati, destinati a diventare presto oltre 4.500. Collabora con oltre trenta aziende tra cui grandi gruppi come Eni, Snam e Ansaldo, ma soprattutto pmi che non potrebbero attivare in proprio percorsi di ricerca, sviluppo e prototipazione di così alto livello. Uno strumento apparentemente banale come un microscopio elettronico - ma tanto avanzato da poter visualizzare il movimento degli atomi - costa da solo oltre due milioni di euro. Sui diversi progetti, alcuni dei quali commissionati dalle stesse aziende, gravitano circa 120 ricercatori. L'impostazione è rivoluzionaria perché unisce didattica, ricerca di base e applicata, e ricerca industriale.
"Il Piemonte - spiega il governatore Alberto Cirio - ha vinto una gara del governo Draghi che voleva individuare le Regioni capofila su cui investire per la ricerca sull'idrogeno come fonte di energia rinnovabile. Così ora nella nostra Regione accadono cose importantissime in questo ambito: studiamo come ottenere condizioni di sicurezza assoluta nell'uso e nello stoccaggio dell'idrogeno, e minori costi per la sua produzione".
"Questo - rimarca Cirio - è il Piemonte che vogliamo: un Piemonte nel quale si faccia ricerca e si creino posti di lavoro rispettando l'ambiente, e quindi tutelando la salute di tutti".
"Qui ci occupiamo - sottolinea Pirri - di tecnologie per la produzione e l'uso dell'idrogeno come combustibile, tecnologie per la cattura dell'anidride carbonica e la sua trasformazione in nuovi combustibili green, e di stoccaggio dell'energia elettrica in nuove batterie. L'eccellenza della struttura è data prevalentemente da due laboratori che sono unici in Europa: uno per studiare la possibilità di stoccare l'idrogeno nel sottosuolo, e uno per lo sviluppo di batteri e alghe in grado di assorbire la Co2 e trasformarla in combustibili ecosostenibili. Per lo stoccaggio dell'idrogeno si simulano le condizioni dei giacimenti sotterranei dove sono presenti altissime pressioni e alte temperature. Ma dobbiamo anche risolvere un problema: i giacimenti esausti sono pieni di batteri, e alcuni di questi batteri si nutrono proprio di idrogeno".
"Ciò a cui puntiamo - osserva Giuliana Fenu, direttrice della Competitività del Sistema Regionale - a rendere il Piemonte nuovamente competitivo sulle frontiere più avanzate della scienza. Attraverso bandi finanziati con fondi europei miriamo a creare infrastrutture di ricerca all'avanguardia da mettere a disposizione delle imprese, in modo che possano raggiungere traguardi che altrimenti resterebbero inaccessibili".
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