BRUXELLES - La parola d'ordine della riflessione sul futuro della politica di coesione dovrebbe essere "risultati". L'impatto della Brexit sul portafoglio Ue non sarà drammatico, ma bisogna fare in modo che "le regioni imparino a usare tutte le risorse", "anche con durezza". A parlarne con l'ANSA sono gli eurodeputati Mercedes Bresso (Pd), presidente dell'intergruppo sulle aree remote e di montagna (Rumra) che riunisce politici e società civile, e Herbert Dorfmann, del Suedtiroler Volkspartei, unico vicepresidente italiano di Rumra.
Bresso tende a minimizzare l'impatto che l'uscita del Regno Unito avrà sulle capacità d'investimento dell'Unione europea. Il "grosso problema" sarà la diminuzione del Pil medio Ue, che potrebbe far scattare per alcune regioni l'ingresso nel gruppo delle più sviluppate, con conseguente taglio dei fondi. Per evitare tale rischio, l'ex governatrice del Piemonte propone di "togliere le categorie" per i territori e di inserire invece un semplice sistema per cui, senza salti bruschi, chi ha un Pil maggiore riceve meno soldi. La sfida per il salvataggio della politica di coesione nel post 2020 deve invece concentrarsi su altri temi: "semplificare", "maggiore concentrazione sui risultati", e "mantenere la coesione per tutti, altrimenti i territori più periferici saranno abbandonati".
"Bisogna cercare di concentrare i fondi verso obiettivi più chiari", afferma Dorfmann, che mette però in guardia: "se la politica parla di semplificazione c'è sempre da stare attenti, perché normalmente creiamo più confusione di prima", "non credo che il problema sia soprattutto dei regolamenti, ma di come vengono gestiti il sistema amministrativo e quello di controllo". Su quest'ultimo, Dorfmann propone di andare verso una concezione "bonus-malus" che porti meno controlli a chi dimostra di avere amministrazioni che funzionano, perché "la macchina burocratica che è stata creata" oggi "alimenta le frodi". Bresso vorrebbe invece spingere per "una sola regolamentazione per tutti i fondi e delle norme contabili molto più semplici", tenendo in mente che "semplificazione vuol dire ridurre il dettaglio, non migliorarlo".
Sulla maggiore attenzione ai risultati la linea invece è la stessa: la politica di coesione si basa sulla solidarietà , ma "non è possibile che alcuni territori in Europa ricevano soldi da decenni e siano sempre fra i più indietro". "Il concetto di 'regione più debole' deve avere un margine di tempo", insiste Dorfann, altrimenti "si rischiano distorsioni di mercato ai danni dei più forti". Bisognerebbe dire "anche con durezza", concorda Bresso, "questa è la vostra ultima possibilità di dimostrare i risultati", "perché il problema della spesa improduttiva sta rischiando di danneggiare le regioni che invece hanno speso bene i soldi".