BRUXELLES - "Tutte le idee sono sul tavolo. Senza tabù". La commissaria europea per le Politiche regionali Corina Cretu riassume così atteggiamento e stato dell'arte nel dibattito sulle 'condizionalità ', nuove 'ingessature' che incombono sul futuro dei fondi strutturali. Ad offrire una panoramica della varietà di sensibilità è stata la prima giornata di lavori del settimo Forum sulla coesione, una politica che nella programmazione 2014-2020 conta su un budget di 454 miliardi di euro.
Per l'Italia, il ministro per la Coesione Claudio De Vincenti ha ribadito "che il rispetto delle regole dello Stato di diritto, e in particolare quella del principio di solidarietà tra Paesi nella gestione dei flussi migratori, è precondizione necessaria" per l'erogazione "di risorse europee". Di avviso simile anche la Germania, sebbene con toni più sfumati. A dividere i due Paesi è però la posizione sulle condizionalità macroeconomiche, il legame sancito dai regolamenti in vigore fra la distribuzione delle risorse europee e il rispetto dei parametri di bilancio da parte degli Stati. Se Roma punta al suo "superamento", Berlino ne vorrebbe il rafforzamento e una "rigorosa applicazione".
A esprimere un netto disaccordo sulla condizionalità che lega l'accoglienza dei richiedenti asilo al godimento dei fondi strutturali è stato invece il vicepremier slovacco Peter Pellegrini, alla guida dell'unico Paese dei Visegrad a non essere stato colpito dalla procedura di infrazione della Commissione europea per il mancato rispetto delle quote di ricollocamenti dei richiedenti asilo da Italia e Grecia. Ma il presidente del Comitato europeo delle Regioni Markku Markkula ha messo in guardia: "Le risorse della politica di coesione sono per la crescita delle regioni. Se un governo nazionale fa qualcosa che Parlamento o Commissione Ue disapprovano, non si devono punire le regioni per questo. La politica di coesione non è uno strumento per punire".
A confermare che la riflessione sul punto è assolutamente aperta e molto fluida è stato il commissario Ue al budget Guenther Oettinger, che mercoledì presenterà il documento di riflessione sul budget europeo 2020, scritto a quattro mani con Cretu. Intanto il responsabile agli Affari economici Pierre Moscovici si è sbilanciato, dicendosi "piuttosto favorevole all'idea di uno strumento" che possa incidere sull'attuazione dello stato di diritto.
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