BRUXELLES - La partita per la futura tenuta del governo in Germania si gioca a Bruxelles. "Oggi è un incontro molto importante" per trovare "accordi bilaterali e trilaterali" sul tema della migrazione, ha sottolineato ieri Angela Merkel arrivando al mini summit a Bruxelles sui migranti, da lei voluto nel tentativo di gettare acqua sul fuoco nella crisi politica interna nell'alleanza di governo. Entro la fine del mese la cancelliera deve trovare una soluzione a livello europeo sui migranti, altrimenti il suo ministro dell'Interno, il 'falco' bavarese Horst Seehofer, procederà unilateralmente con i respingimenti ai confini di coloro che sono già stati registrati in altri paesi dell'Ue. Un vero e proprio ultimatum: senza accordo, l'alleanza tra la Cdu e la sua gemella Csu rischia di saltare.
Abbiamo trovato "molta buona volontà" per discutere e superare i disaccordi, ha affermato Merkel uscendo dal mini summit nel quale ha cercato di avvicinare posizioni che sembrano inconciliabili, evidenziando anche la convergenza registrata sulla necessità del rafforzamento delle frontiere esterne e sul fatto che, sui migranti, "la responsabilità è di tutti: nessun Paese deve prendersi il peso da solo". In giornata era intervenuto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz che aveva sottolineato che al meeting "non si tratta del futuro di Merkel" in quanto la riunione "non è una disputa interna tedesca". Kurz aveva però augurato al governo tedesco di "riuscire a trovare una linea comune".
Il tempo stringe e luglio è dietro alle porte. In Germania la Csu ha affilato le armi ed è pronta a dare battaglia. Secondo molti osservatori i bavaresi potrebbero in futuro stringere alleanze con i 4 di Visegrad, da sempre sul piede di guerra sulle politiche dei migranti. Seehofer non molla, convinto che la politica delle porte aperte condotta dalla Germania nel 2015 abbia creato una sorta di deresponsabilizzazione dei partner europei e abbia portato a flussi incontrollati di immigrati in Germania.
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