BRUXELLES - Intesa dei 28 sull'istituzione di un'Autorità europea del Lavoro (Ela), che però è stato chiesto diventi un'agenzia - quindi con meno poteri - a differenza di quanto inizialmente proposto dalla Commissione europea. Questa dovrà assicurare il rispetto e l'applicazione uniforme in tutti i Paesi europei delle norme Ue in materia sociale, fornendo assistenza agli stati membri. Questi potranno partecipare alla maggior parte delle attività dell'Ela su base volontaria, non obbligatoria. L'Italia, rappresentata dal sottosegretario al lavoro Claudio Cominardi, avrebbe voluto un ruolo maggiore per il nuovo organismo. "Purtroppo è diventata più un'agenzia che un'autorità, quel che premeva a noi era dare più autonomia e più poteri, cosa che purtroppo non si è verificata", ha spiegato Cominardi. Quanto alla futura sede dell'Ela, che Milano adocchierebbe dopo aver perso l'Ema, "non ne abbiamo parlato", ha aggiunto il sottosegretario. Anche la commissaria al lavoro e la ministra austriaca per la presidenza Ue hanno confermato che la questione non è ancora stata affrontata, ricordando che spetterà decidere agli stati membri ma in consultazione con l'Europarlamento. In ogni caso prima di arrivare a questo punto occorreranno ancora i negoziati con Commissione e Parlamento per arrivare al testo legislativo finale sull'Agenzia per il lavoro. "Dobbiamo vedere che procedura seguire", ha spiegato Thyssen, dato che il coinvolgimento del Parlamento europeo è frutto del recente caso Ema in cui Milano si è vista soffiare la sede da Amsterdam.
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