BERLINO - Andrea Nahles ha annunciato per oggi le proprie dimissioni da presidente della SPD e quelle da capogruppo del suo partito al Bundestag. Nei giorni scorsi, dopo il risultato negativo del partito alle Europee, Nahles aveva detto che avrebbe chiesto la fiducia agli organi direttivi. "Il dibattito nel partito mi ha dimostrato che non c'è più nei miei confronti il sostegno necessario per svolgere il mio ruolo", ha detto Nahles in una dichiarazione che è stata diffusa domenica, all'indomani del primo sondaggio dopo le elezioni europee in base al quale i Verdi tedeschi, forti del risultato di domenica scorsa per l'Europarlamento, avrebbero sorpassato nei consensi la Spd anche a livello nazionale.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando Andrea Nahles ad accelerare il suo ritiro dal vertice della Spd senza attendere il voto di fiducia della prossima settimana che lei stessa aveva chiesto, potrebbe essere stata una lunga e dura intervista pubblicata stamani dalla Welt am Sonntag a Martin Schulz, lo sconfitto candidato cancelliere. Schulz accusa Nahles di immobilismo, di scarso europeisimo e ambientalismo. Annuncia di aver mandato una lettera ai deputati Spd in cui comunica che non si sarebbe candidato contro Nahles, giudicando sbagliata la mossa da lei annunciata di sottoporsi a un voto di sfiducia, e che non le avrebbe votato contro.
"La Spd, che ha importanti ministeri, avrebbe dovuto contrastare la costante erosione di consensi da parte di Angela Merkel con una politica europeista proattiva. Non ci è riuscita. E il risultato alle europee ne è la conseguenza", sostiene, rilanciando quello che dovrebbe essere il programma di attacco della Spd. "Dobbiamo prendere l'iniziativa per andare con l'impegno per il salario minimo - afferma -, la tassa digitale, la politica ambientale, accordi commerciali ambiziosi e il contrasto al cambiamento climatico".
In una intervista al Tagesspiegel, il ministro delle Finanze Olaf Scholz, un 'peso massimo' della Spd, aveva provato a buttare acqua sul fuoco sulla questione della leadership del partito, pur chiudendo la porta per il futuro ad una nuova, la terza, Grosse Koalition con la Cdu.
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