BRUXELLES - Per il commissario all'economia Paolo Gentiloni sono "numeri da boom economico" quelli che aggiornano le previsioni di crescita dell'Unione europea che sta cavalcando la ripresa più rapidamente di quanto si prevedeva soltanto due mesi fa. Nel 2021 il Pil italiano schizza al 5%, quello della zona euro e della Ue al 4,8%: la revisione più alta mai fatta da dieci anni a questa parte.
L'attività economica va talmente spedita grazie ai vaccini e al conseguente stop delle restrizioni, che molti Paesi torneranno a vedere i livelli di crescita pre-pandemia già alla fine di quest'anno. Non l'Italia, che dovrà aspettare il 2022. Sulle prospettive ottimiste pesa ovviamente l'incognita delle varianti del Covid, e per questo la Commissione europea invita a non rallentare lo sforzo nelle campagne vaccinali.
La conferma che il mondo torna è crescere a buon ritmo arriva anche dal Fmi, che parla di una crescita globale attorno al 6% e, in vista del G20 che parte da domani a Venezia, suggerisce ai ministri finanziari di ispirarsi alla città lagunare: "Come primo centro finanziario mondiale, Venezia ha sperimentato nel corso del secoli alterne fortune economiche. Questo tipo di resilienza è necessaria più che mai mentre ci troviamo ad affrontare sfide straordinarie. Per l'Italia, alla vigilia del vertice che presiede, le buone notizie arrivano da Bruxelles che parla di una stima di crescita per il 2021 "significativamente superiore a quella della primavera": il Pil è infatti passato nel giro di due mesi da 4,2% a 5%, perché in primavera la stima preliminare di Eurostat sull'attività economica del primo trimestre non era riuscita a captare un rimbalzo "più forte del previsto dopo l'allentamento delle restrizioni e della mobilità".
Uno scenario che si andrà "rafforzando notevolmente" nella seconda parte dell'anno, nonostante il ritorno delle entrate di alcuni settori, come quello turistico, saranno più graduali. La Commissione sottolinea che l'Italia deve ringraziare soprattutto il Recovery, perché sono "gli investimenti pubblici e privati", sostenuti "dall'attuazione del Pnrr", a rimanere "il principale motore di crescita". In ogni caso non basterà nemmeno il Recovery a far tornare a breve il Pil pre-Covid in Italia. Si dovrà aspettare "il corso del 2022", spiega Gentiloni, mentre la zona euro centrerà l'obiettivo già a fine anno, un trimestre prima di quanto previsto a febbraio. "Il miglioramento della situazione sanitaria e il conseguente continuo allentamento delle misure di contenimento stanno rimettendo in moto le economie dell'Ue.
Le prospettive a breve termine per l'economia europea sembrano più rosee di quanto previsto in primavera", scrive la Commissione nelle sue stime estive. In sostanza Bruxelles spiega che "la contrazione del Pil nel primo trimestre dell'anno si è rivelata marginale e più contenuta" di quanto suggerito dalla stima preliminare di Eurostat, e "il calo di nuove infezioni e ricoveri, grazie a un'efficace strategia di contenimento e ai progressi nelle campagne vaccinali, ha portato gli Stati Ue a riaprire le proprie economie, a vantaggio in particolare delle imprese del settore dei servizi".
Ma non bisogna accontentarsi di un rimbalzo "che ci riporti alla crescita molto striminzita degli ultimi anni", spiega Gentiloni. Bisogna puntare a numeri "stabili, duraturi e sostenibili", utilizzando investimenti e riforme del Pnrr. Proprio oggi il Parlamento europeo ha dato il via libera ai 30 miliardi per le infrastrutture sostenibili in Ue, tra le quali rientra anche il progetto della Tav, di cui sempre oggi sono stati assegnati appalti per 3 miliardi per costruire il tunnel di base.
La situazione è insomma in netto miglioramento ma anche se i rischi sono "bilanciati", bisogna restare all'erta. Sia sulle varianti, sia sul fronte sociale. "I rischi economici riguardano in particolare la risposta delle famiglie e delle imprese ai cambiamenti nelle restrizioni e all'impatto del ritiro delle misure di sostegno", ha detto Gentiloni, ricordando che il sostegno pubblico all'economia va tenuto ancora nel 2022, ma via via bisognerà passare a misure di aiuto più mirate. Ad esempio, la recente decisione in Italia sullo stop al blocco dei licenziamenti per le aziende non in crisi va esattamente nella direzione indicata dalla Ue di un ritiro "selettivo e graduale delle misure di sostegno", sottolinea il commissario.
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