BRUXELLES - Tiene banco in Europa il dibattito sui 'voli fantasma' e le regole che determinano la quota minima di voli che ogni compagnia aerea deve effettuare per mantenere intatti i propri slot negli scali europei anche in tempo di pandemia. Dopo la pressione su Bruxelles di alcune compagnie, capitanata da Lufthansa e la sua controllata Brussels Airlines, per una modifica del sistema, Ryanair è passata al contrattacco e ha accusato la concorrente tedesca di versare "lacrime di coccodrillo" al solo scopo di proteggere i propri slot ed evitare la concorrenza delle low-cost.
Il problema dei 'voli fantasma' riguarda le tratte che le compagnie aree sono in qualche modo obbligate a fare, nonostante lo scarso numero di passeggeri a causa della pandemia, per mantenere i loro spazi di decollo e atterraggio. Lufthansa ha avvertito che sarebbe stata costretta a effettuare "18mila voli inutili" durante l'inverno "solo per mantenere i suoi diritti di decollo e atterraggio" e ottemperare alle regole europee, secondo le quali una compagnia aerea deve utilizzare il 50% (invece dell'80% in tempi normali) degli slot disponibili che, in caso contrario, vengono riassegnati. E il tema è anche ambientale perché i voli fantasma non aiutano l'Ue a raggiungere gli obiettivi preposti in termini di una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 per arrivare poi alla neutralità carbonica nel 2050.
"Non si può sostenere che le norme dell'Ue obblighino le compagnie aeree a volare. Se queste decidono di continuare a operare voli vuoti o quasi vuoti è perché lo hanno deciso", ha tagliato corto un portavoce della Commissione europea davanti alle crescenti pressioni dei vettori che chiedono di modificare il sistema.
Un chiaro messaggio nei confronti di Lufthansa, duramente attaccata anche da Ryanair. "La soluzione è semplice - ha scritto la low-cost in una nota -: Lufthansa dovrebbe vendere i posti su questi voli a tariffe basse e premiare i consumatori europei, molti dei quali hanno finanziato i 12 miliardi di euro di aiuti di Stato che Lufthansa e le sue controllate in Belgio, Austria e Svizzera hanno già ricevuto dai contribuenti duramente colpiti negli ultimi due anni dalla crisi del Covid". E il ceo Michael O'Leary ha rincarato: "Lufthansa ama piangere lacrime di coccodrillo per l'ambiente mentre fa di tutto per proteggere i suoi slot. Gli slot sono il mezzo con cui blocca la concorrenza e limita la scelta nei grandi hub come Francoforte, Bruxelles Zaventem e Vienna". La compagnia irlandese è poi tornata a chiedere a Bruxelles di costringere i vettori che ricevono aiuti di Stato a restituire gli slot inutilizzati.
Da palazzo Berlaymont hanno cercato di chiarire la normativa. "In tempi normali, le compagnie devono utilizzare l'80% dei loro diritti sugli slot disponibili" in termini di spazio e frequenza di decolli e atterraggi "per conservarli anche nella stagione successiva", ha ricordato il portavoce, evidenziando che all'inizio della pandemia, dato il drastico crollo dei voli, "la Commissione ha eliminato i requisiti di utilizzo degli slot", reintroducendoli in modo graduale al migliorare della situazione. La quota minima di slot da utilizzare quest'inverno è fissata al 50%, mentre salirà al 64% in estate. Queste soglie, secondo Bruxelles, "forniscono un adeguato sollievo se valutate rispetto ai dati e alle previsioni del traffico aereo di Eurocontrol", stimato per la stagione invernale tra il 73 e il 78% rispetto ai livelli pre-pandemia e all'88% per l'intero 2022. Il sistema Ue di assegnazione degli slot, ha osservato ancora il portavoce, contiene anche una clausola di sicurezza per cause di 'forza maggiore', che permette di "chiedere al coordinatore di non utilizzare lo slot se la compagnia non è in grado di operare una rotta" a causa delle restrizioni sanitarie. Queste misure, ha aggiunto, hanno dimostrato di funzionare "molto bene" in questi due anni "fornendo il supporto necessario che ha impedito voli dannosi dal punto di vista economico e ambientale operati al solo scopo di mantenere gli slot".
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