BRUXELLES - Da Nord a Sud, le donne italiane che lavorano nei settori della scienza e della tecnologia restano un'eccezione e la percentuale delle impiegate donne in questi ambiti tocca gli ultimi posti nella classifica europea. È quanto emerge dai nuovi dati Eurostat sulla forza lavoro.
Nel 2021 il Sud Italia ha superato appena l'ultima in classifica (Malta, al 44%), registrando il 46% di lavoratrici nei settori della scienza e della tecnologia. Nord-Est e Nord-Ovest della Penisola si collocano subito dopo, insieme ai Paesi Bassi meridionali, tutti con il 47%.
Nel complesso, nota tuttavia l'Ufficio di statistica europeo, i settori della scienza e della tecnologia hanno accolto più donne rispetto al 2020. Dei 74 milioni di persone di età compresa tra 15 e 74 anni occupate nella scienza e nel tech, nel 2021 il 52% erano donne, facendo segnare +4% rispetto al 2020 e +26% rispetto al 2011. Anzi, i dati mostrano che la forza lavoro femminile è cresciuta più della controparte maschile (che ha registrato un +1% in più rispetto al 2020 e +16% rispetto al 2011).
La percentuale più alta di donne scienziate nel 2021 è stata osservata in Lettonia e Lituania (entrambe al 63%), seguite dalla Grande Pianura e dal Nord in Ungheria, la Regione centrale in Polonia, la Sassonia-Anhalt in Germania e il Nord e Sud-Est della Bulgaria (tutte al 61%), la regione portoghese delle Azzorre e l'Estonia (60%).
A trainare la crescita sono le generazioni più giovani: un'analisi per età mostra che più della metà (53,3%) dei 17,6 milioni di giovani di età compresa tra 25 e 34 anni che lavorano nel campo della scienza e della tecnologia nel 2021 erano donne, vale a dire che in un decennio le donne che lavorano in questo settore sono aumentate del 14,8%, l'equivalente di 1,2 milioni.
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