La presenza militare della Nato nella parte orientale dell'Alleanza è una parte fondamentale del suo rafforzamento della deterrenza, che è stata potenziata negli ultimi anni per riflettere "la nuova realtà" della sicurezza nell'area euro-atlantica dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia e, ancor di più, dopo l'invasione su vasta scala del 2022. La presenza avanzata della Nato (Forward Presence) comprende otto gruppi tattici multinazionali, forniti dalle nazioni quadro e da altri alleati su base volontaria (i gruppi operano di concerto con le forze di difesa nazionali e sono sempre presenti nei Paesi ospitanti).
Le truppe, sotto diretto comando Nato, sono dislocate in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania, coprendo così l'intero fronte orientale; in Lettonia, Polonia, Slovacchi e Romania sono di stanza i gruppi di difesa missilistica e in tutti i Paesi è attiva la sorveglianza aerea. Dopo il 24 febbraio 2022 gli effettivi sono saliti a 40mila uomini e l'Alleanza ora è impegnata nel processo di portare i battaglioni al livello di brigata (da 1.000 a 5.000 uomini l'uno).
I summit di Madrid e Vilnius hanno mutato il quadro e l'intera postura della Nato a oriente è cambiata, con mezzi preposizionati, maggiori difese aeree e in generale un nuovo concetto forze, il New Force Model, che sta rimpiazzando l'attuale Response Force. A regime, il Commander-in-Chief alleato (nome in codice: Saceur) avrà a disposizione "100mila uomini entro 10 giorni, 200mila tra 10 e 30 giorni, almeno 500mila tra 30 e 180 giorni". Ma questo vale per tutta l'Alleanza, non solo per il fianco est. Dal 2014, poi, la Nato ha creato la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), guidata nel 2024 dalla Gran Bretagna, per l'intervento rapido di élite (circa 6mila uomini). In seguito all'invasione russa dell'Ucraina, gli Stati Uniti hanno rafforzato inoltre la loro presenza in Europa, con circa 90mila soldati in totale, 10mila dei quali dislocati a Camp Kościuszko, in Polonia. Berlino, invece, sta posizionando una brigata (5mila uomini) in Lituania, a protezione di uno dei punti più delicati dell'Alleanza, il corridoio Suwalki, che separa la Bielorussia dall'exclave di Kaliningrad.
La cornice si completa con il recente ingresso di Finlandia e Svezia nell'Alleanza. Stoccolma ed Helsinki blindano la Nato a nord e a nord-est, trasformando il mal Baltico in un lago Nato. Al momento non vi sono piani di dislocare truppe alleate nel quadrante, poiché Finlandia e Svezia sono ritenuti Paesi "altamente capaci" da un punto di vista militare e, dunque, più che in grado di presidiare il loro quadrante contro ogni minaccia, Russia in primis.
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