Ora che la Corte Ue ha bocciato i
ricorsi della Spagna contro il brevetto unitario, "spero che
l'Italia riconsidererà la sua posizione e che si unisca" perché
se "resta fuori penalizza" le sue imprese su costi, burocrazia,
tutele giuridiche e ricerca. Così all'Ansa il presidente
dell'Ufficio europeo dei brevetti (Epo), Benoit Battistelli, che
dopo l'ultima decisione di Lussemburgo auspica una
"accelerazione" che porti ad attribuire il primo brevetto
unitario "l'anno prossimo".
"Sono molto felice di questa decisione della Corte - ha
spiegato - perché convalida sotto tutti i punti di vista
giuridici le caratteristiche del brevetto unitario e respinge
tutte le rivendicazioni". Incluse quelle italiane sulla
discriminazione, in quanto viene ritenuto adeguato il sistema di
compensazioni finanziarie per le traduzioni per quei paesi la
cui lingua non rientra in quelle di lavoro (inglese, francese,
tedesco, una scelta contestata dall'Italia). "So che il governo
Renzi si pone la domanda, spero quindi che la sentenza della
Corte contribuisca a fare prendere una decisione favorevole
all'economia italiana ed europea", ha sottolineato Battistelli.
Se l'Italia continuerà a stare fuori dal brevetto Ue, chi
vorrà avere una protezione per le proprie invenzioni dovrà
infatti avviare due richieste, una all'Epo e una all'Italia, con
doppi costi economici e burocratici che "penalizzano" le imprese
italiane rispetto alle concorrenti europee. Senza contare che
può anche diventare "un freno per italiani e stranieri a
sviluppare centri di ricerca in Italia".
Un appello rilanciato anche dalla deputata del Pd Chiara
Scuvera, secondo cui "è necessario che le imprese italiane
possano avvalersi del brevetto unitario dell'Ue, un progetto che
coinvolge 25 paesi dell'Ue e prevede una protezione europea
uniforme per tutti gli stati dell'Unione" con un "risparmio di
circa il 70% dei costi" oltre a "un'unica Corte per la
risoluzione delle controversie brevettuali a livello europeo".
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