BRUXELLES - Da falco del rigore dei conti a ultimo della classe su crescita e scolaro indisciplinato su deficit e debito. E' la nemesi che sembra attraversare la Finlandia, nei cui confronti la Commissione Ue minaccia l'apertura di una procedura per deficit e debito eccessivo tra due settimane. I numeri non lasciano scampo, e mettono Helsinki al livello dei 'lassisti' paesi mediterranei in passato tanto criticati. Deficit e debito sopra la soglia consentita dal Patto di stabilità e in continuo aumento, con un 3,2% previsto per quest'anno e il 3,4% per il prossimo, e un debito al 62,6% e poi al 64,8%, a fronte del peggior Pil dell'eurozona ad eccezione di Cipro.
Le previsioni per il 2015 lo danno ad appena lo 0,3% e poi all'1% nel 2016. Anzi, i dati degli ultimi due trimestri, con il segno meno davanti, mostrano più che altro una recessione in un contesto europeo dove il ciclo economico torna finalmente ad essere positivo, con la Spagna al 2,8%, l'Irlanda al 3,6%, il Portogallo all'1,6% e persino la Grecia allo 0,5% e l'Italia allo 0,6%. E anche la disoccupazione è salita al 9,1%. Tra i paesi-bastione della 'tripla A', ora anche questa certezza ha cominciato a scricchiolare con il taglio del rating ad AA+ deciso da Standard & Poor's.
A pesare sull'economia finlandese, il recente crollo dell'export con la Russia e, negli ultimi anni, soprattutto la crisi della Nokia, che trainava il Paese, e poi delle cartiere. Ora la Commissione Ue aspetta che Helsinki si doti di un nuovo governo per capire come intenda procedere su conti e riforme, dopo la sconfitta del premier uscente Alexander Stubb e la vittoria del tycoon Juha Sipila, che vuole dare una "scossa" al paese dirigendolo come le sue aziende.
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