BRUXELLES - Come già accaduto con la crisi finanziaria ed economica, di fronte alla pressione dei flussi migratori che rischia di fare a pezzi l'area Schengen, l'Unione punta ad un passo avanti nell'integrazione, con la creazione di un'agenzia di guardacoste e guardie di frontiera Ue a difesa delle sue frontiere esterne. Nella proposta che la Commissione presenterà martedì al Parlamento europeo per l'istituzione del nuovo organismo, anche la facoltà di intervenire in un Paese riluttante: un'arma atomica" da azionare come ultima risorsa.
L'idea - su cui spingono molto Francia e Germania, mentre l'Italia deve ancora valutare la sua posizione - è la creazione di un Meccanismo di supervisione unico, come per le banche. In termini politici significa cedere nuovo spazio di sovranità nazionale. In particolare, nello stesso modo in cui si aprono le procedure agli Stati per deficit eccessivo, Bruxelles, in presenza di un particolare rischio alle frontiere europee, potrà decidere di inviare una missione anche contro la volontà di un governo. Punto quest'ultimo, che si annuncia il più controverso.
La procedura decisionale che si vorrebbe adottare per premere il bottone dell'arma atomica è ciò che in termini tecnici si definisce di 'comitologia', ovvero riunioni di esperti degli Stati, che non avranno facoltà di approvare, ma solo di bloccare la misura, con una maggioranza qualificata.
Il progetto - che rispolvera e aggiorna un'idea del 2002, nata in previsione dell'allargamento europeo e poi accantonata di fronte ai veti incrociati dei Paesi - prevede due fasi: in un primo tempo un rafforzamento di Frontex, fino al superamento, con la nuova agenzia che nascerà dalle sue ceneri.
"Solo due anni fa questo progetto sarebbe stato improponibile, ma il clima è cambiato. Sono gli Stati a chiedere una maggiore integrazione", spiegano fonti europee, che pur definendo il progetto "ambizioso" e "coraggioso", si dicono "ottimiste" sulla sua rapida approvazione. Il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz avrebbe già assicurato una procedura d'urgenza, ed i leader europei ne discuteranno al vertice del 17 e 18 dicembre. A differenza di Frontex il nuovo organismo avrà mandato di ricerca e salvataggio dei migranti in mare e per le risorse non dovrà più contare sulle offerte.
Lo staff verrà aumentato da 400 ad un migliaio di persone, anche operativi, oltre ad un pool di almeno 1500 guardie di frontiera che saranno rese disponibili dai Paesi, in modo obbligatorio, secondo indicatori percentuali, da mobilitare, con tre giorni di preavviso. Potrà acquistare equipaggiamento e disporrà di mezzi garantiti dagli Stati.
Nell'agenzia sarà organizzato un ufficio per i rimpatri, che potrà effettuare voli anche da un singolo Stato. Per facilitarne il lavoro si propone di creare un documento di viaggio europeo per i migranti: il suo riconoscimento sarà integrato negli accordi di riammissione sia a livello Ue che bilaterale. Questo consentirà ad esempio di evitare quanto accaduto di recente con un volo di rimpatriati dalla Grecia al Pakistan: le autorità di Islamabad hanno rimandato ad Atene 30 persone, col pretesto che i loro documenti non fossero validi. La forza potrà anche andare in missione in Paesi terzi del vicinato che ne faranno domanda. Molte ad esempio le richieste degli ultimi mesi dai Paesi dei Balcani, a cui Frontex ha dovuto negare l'aiuto, perché priva di mandato.
Miglioramenti ci saranno sotto il profilo della sicurezza, con l'accesso dell'agenzia a tutti i database, da quello del Sistema Schengen a quello Europol per i controlli sui migranti. Inoltre ufficiali di collegamento saranno distaccati presso gli Stati membri sottoposti alla pressione migratoria: avranno accesso alle banche dati nazionali e potranno alimentare un database per il monitoraggio costante dei flussi.
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