BRUXELLES - "Fin qui abbiamo addestrato 142 persone, non l'intero corpo della Guardia Costiera libica". Lo osserva una portavoce del servizio esterno Ue. Commentando le accuse dell'alto commissario Onu per i diritti umani, sottolinea che la Ue ha recentemente istituito "un meccanismo di monitoraggio in grado di seguire le persone che sono state addestrate da noi".
Inoltre ricorda che la Ue, tramite la Oim, "dall'inizio del 2017 ha assistito oltre 8mila persone per il ritorno volontario nei paesi di origine" e che la Commissione Ue "sostiene, in cooperazione con l'Unhcr, anche il resettlement delle persone che hanno bisogno di protezione ed un certo numero di queste persone è già stato ricollocato".
Infine afferma che l'addestramento della Guardia Costiera, che fa parte del mandato della Operazione Sophia, ha l'obiettivo di "migliorare le capacità di salvare vite in mare, combattere i trafficanti e rendere le acque territoriali libiche più sicure per tutti". "Lo facciamo perché la maggior parte delle morti avvengono nelle acque territoriali libiche, alle quali non abbiamo accesso".
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