BRUXELLES - Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha minacciato di dimettersi se sarà messa in discussione la nomina del suo ex capo di gabinetto, Martin Selmayer, a segretario generale dell'esecutivo europeo. Lo scrive il settimanale Der Spiegel nell'edizione online.
Secondo il settimanale, è in corso un braccio di ferro all'interno del Partito popolare europeo (Ppe) sulla complessa vicenda Selmayr - messa sotto esame dall'Europarlamento - anche a causa "dalla singolare circostanza che, per poter ricoprire la posizione desiderata, il funzionario doveva essere promosso due volte entro pochi minuti".
Juncker, in base ala ricostruzione dello Spiegel, ha formulato la sua 'minaccia' alla presenza di Angela Merkel nel corso del pre-vertice tra i premier europei appartenenti al Ppe svoltosi ieri mattina prima del summit Ue. Una circostanza che è stata confermata anche da chi ha partecipato alla riunione.
Sulla nomina di Selmayr la commissione del Parlamento Europeo per il controllo del bilancio ha chiesto chiarimenti e la vicenda sarà al centro dell'audizione del commissario europeo competente, Guenther Oettinger, fissata per martedì prossimo. "La novità - scrive Spiegel - è che la questione ha raggiunto le più alte sfere della Ue". Di fronte ai capi di stato e governo della famiglia Ppe Junker avrebbe detto che la nomina é una faccenda che riguarda lui, per poi aggiungere: "Selmayr non se ne va" e "se se ne va lui, me ne vado anche io". Poi ha lasciato la stanza. "Merkel and c. sono rimasti senza parole".
"Certo, non bisogna trattare come oro colato ogni parola di Junker" osserva il settimanale "visto che ha più volte minacciato di andarsene". Però "la sua uscita mostra con quanta sensibilità reagiscano i vertici della commissione alle critiche su questa faccenda" è l'analisi dello Spiegel. Il settimanale di Amburgo scrive anche che il presidente dell'europarlamento, Antonio Tajani, avrebbe evidenziato come sia vista criticamente la nomina di Selmayr da una gran parte del Parlamento. Ed anche il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, "si è espresso criticamente", rilava ancora lo Spiegel. Della vicenda Selmayr si è discusso pure nel corso di una cena organizzata martedì scorso dall'Associazione dell'Industria automobilistica (VDA). In questa occasione, secondo il giornale, il commissario al bilancio, Guenther Oettinger, ha difeso la nomina invitando i deputati tedeschi dell'Unione (Cdu-Csu) presenti a "non impegnarsi per fare ritirare Selmayr dall'incarico: non fatelo, perchè senza di lui Juncker è perso". Juncker, al termine del vertice Ue ha poi negato di voler lasciare l'attuale incarico. "Dato che Selmayr non si dimetterà perché io sono l'unico che può chiedergli di dimettersi, la domanda" sulle mie dimissioni "è irrilevante", ha detto.
Sulla vicenda, al termine del summit, sono intervenuti anche Angela Merkel e Emanuel Macron. "Non siamo noi a decidere le nomine. Certo, le procedure devono essere trasparenti. Juncker e la Commissione europea ne risponderanno al Parlamento Ue", ha detto la cancelliera tedesca. "Ho in alta considerazione il suo profilo e il suo lavoro - ha poi aggiunto - si tratta di una persona molto qualificata e che sia tedesco non significa che faccia ciò che vogliamo noi, anzi". Anche il presidente francese ha espresso apprezzamento per la professionalità di Martin Selmayr. "Ha una grande competenza e conosce bene l'Europa. So che c'è una polemica sulle condizioni della sua nomina. Il Parlamento europeo ha lanciato una procedura con 134 domande. Occorre che si segua, sia fatta trasparenza e si tirino le conclusioni alla fine, quando tutti gli elementi saranno stabiliti. Così vive una democrazia", ha concluso Macron.
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