ROMA - "L'Europa è a un bivio. O prende il toro per le corna e affronta una volta per tutte il problema dell'immigrazione con una strategia a breve, medio e lungo termine, o rischia di essere travolta e cadere in una crisi profonda per incapacità di svolgere un ruolo politico. Nel 2050 ci saranno 2 miliardi e mezzo di africani, nel 2100 cinque miliardi. I governi dei singoli Stati smettano di pensare ai piccoli interessi elettorali e affrontino insieme la sfida a livello europeo". Lo dice, in una intervista al Messaggero, Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo.
Secondo Tajani, è necessario "a breve termine impedire l'arrivo in Europa di nuovi migranti economici. Ci vuole un accordo con la Libia, difficile perché non è una realtà statuale unica. Poi gli hotspot, piattaforme fuori dall'Unione Europea per filtrare i richiedenti asilo, nei Paesi nordafricani e nei Balcani, investendo la stessa cifra messa dalla Ue per la Turchia: 3 miliardi più 3. Poi va stabilizzata la Libia e lanciato un piano Marshall per l'Africa del Nord con 50 miliardi di euro, almeno i 7 previsti più altri 40, per far crescere l'area e contrastare le situazioni di instabilità e terrorismo. A luglio andrò in Libia e Niger". Alla domanda su che cosa dovrebbe decidere il Consiglio Ue, Tajani risponde: "Un programma per il blocco delle frontiere esterne. Le Ong che operano nel Mediterraneo vanno censite e devono tutte avere a bordo un militare europeo di Frontex o italiano, non è possibile che vadano e facciano come vogliono, raccogliendo persone e favorendo il traffico di clandestini. Vanno autorizzate o fermate. L'Europa le deve controllare. E attenzione alla frontiera orientale, a Grecia e Macedonia del Nord: si può aprire una rotta albanese".
"Litigare e insultarsi non serve a niente - osserva quindi Tajani -, se non a prepararsi alle elezioni politiche. Francia o Italia non conta. Sta prevalendo ovunque una mentalità da campagna elettorale permanente". "L'Italia - aggiunge - eviti di isolarsi. L'Italia si difende non con la violenza verbale ma con la forza al tavolo delle trattative. Non c'è solo l'immigrazione. Qual è la linea del governo sull'Unione bancaria, monetaria? Vedo posizioni diverse. Meno parole, più fatti. Che il premier dia l'idea di avere due vice che decidono per lui rischia di indebolire il Paese. Già abbiamo perso l'Ema perché ci siamo isolati. Adesso rischiamo pure sui fondi per l'agricoltura: ci saranno tagli...".
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