BRUXELLES - "L'unica vera novità di questo summit è l'introduzione del concetto dei centri 'controllati' in cui rinchiudere i migranti che arrivano in Europa. La riforma di Dublino invece è rimandata alle calende greche, nelle conclusioni non si fissa una data, come era stato fatto in passato, e si parla di 'consenso' cioè unanimità, che grazie ad Orban non ci sarà mai". Lo ha dichiarato la capodelegazione degli eurodeputati Pd, Patrizia Toia.
"Le due cose insieme comportano che resta la responsabilità del Paese di primo approdo ma ora si aggiunge la responsabilità di bloccare i migranti sul territorio nazionale, in altre parole è passato il principio che 'chi sbarca in Italia resta in Italia' - prosegue Toia. -. I centri 'controllati' sono su base volontaria ma è evidente che dopo questo summit se si dovesse ripetere una crisi migratoria come quella del 2015 i Paesi europei che non affacciano sul Mediterraneo si sentiranno autorizzati a chiudere le frontiere e la libera circolazione di Schengen se l'Italia e i Paesi di primo approdo non assicureranno la permanenza sul proprio territorio dei migranti".
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