BRUXELLES - Una ribattuta punto per punto su tutte le "falsità" che circolano in questi giorni sulla riforma Ue del copyright su cui voterà domani il Parlamento europeo. E' l'iniziativa presa dagli eurodeputati del Pd per fare chiarezza su cosa contiene il testo su cui verrà chiesto oggi a Strasburgo il mandato a negoziare con Consiglio e Commissione Ue.
Primo, è "falso" che l'art.13 "avrà effetti sull'intera struttura Internet". Questo, infatti, spiegano gli europarlamentari del Pd, "riguarda esclusivamente le piattaforme che ospitano contenuti creativi coperti dal copyright e che ottimizzano tale materiale, facendo ingenti guadagni senza corrispondere nulla o molto poco ai titolari di diritti. Si escludono i servizi che non agiscono per scopi commerciali come Wikipedia, Dropbox e software open source".
Secondo, è "falso" che "l'art. 13 censura gli utenti". Questo, al contrario, "non minaccia la libertà di espressione o i diritti fondamentali" in quanto "le misure sono applicabili ai servizi che agiscono per scopi commerciali e indicizzano il materiale che viene condiviso sulle proprie piattaforme". Terzo, è ugualmente "falso" dire che "l'art. 13 intacca la privacy dei consumatori e i diritti fondamentali". L'articolo in questione, invece, "dice chiaramente che le misure previste non richiedono l'identificazione dei singoli utenti né tantomeno l'elaborazione dei dati personali in ottemperanza al Gdpr", il nuovo regolamento Ue sulla privacy entrato in vigore il 25 maggio.
Quarto, è ancora "falso" che "l'art.13 favorisce monitoraggi indiscriminati, filtri", perché questo "rifiuta la censura indiscriminata, privilegiando una cooperazione tra rete e proprietari di diritti per il rilascio di licenze su contenuti protetti da copyright o la rimozione degli stessi. Infine, per quanto riguarda l'art. 11, è "falso" che "impone una 'link tax'.
Questo, concludono gli europarlamentari Pd, "non pregiudica la possibilità per gli utenti di condividere link di pubblicazioni giornalistiche sui social media. Non esiste alcuna 'link tax'".
Inoltre è "infondata" la protesta di Wikipedia, perché "è chiaramente specificato nel testo al voto" domani in plenaria a Strasburgo "che non ci sarà alcun tipo di conseguenza sull'attività dell'enciclopedia online, né novità sulla libertà degli utenti". Così gli eurodeputati del Pd in una nota alla vigilia del voto dell'Europarlamento, dopo l'oscuramento della pagina della versione italiana.
Il testo del Compromesso 2, art. 2 (5), punto 4 nuovo, recita infatti così: "I servizi che agiscono con scopo non commerciale come le enciclopedie online, e i provider di servizi online dove il contenuto è caricato dai propri utenti sotto autorizzazione di tutti i proprietari di diritti interessati, come i depositi didattici o scientifici, non devono essere considerati provider di servizi che condividono contenuto online (...). Provider di servizi cloud (...) che non offrono accesso diretto al pubblico, software open source per lo sviluppo delle piattaforme, e mercati online (...) non devono essere considerati provider di servizi che condividono contenuto online".
Di conseguenza, concludono gli europarlamentari del Pd, "Wikipedia e tutte le piattaforme a scopo scientifico/didattico sono inequivocabilmente escluse da nuovi interventi di questa direttiva, che comunque non prevede in alcun modo nessun tipo di bavaglio, né ripercussione sulla libertà degli utenti".
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