BRUXELLES - In una lettera al commissario europeo Dimitris Avramopoulos il ministro degli Interni olandese Mark Harbers si dice pronto a collaborare "per rendere operativo il concetto dei centri controllati, sia offrendo assistenza tecnica, che attraverso un progetto pilota". In particolare, spiegano fonti diplomatiche, l'Olanda è disponibile sulla base di un progetto che coinvolga almeno un altro Stato membro. I Paesi Bassi ospitano già due centri di questo genere.
"La situazione nel Mediterraneo quest'estate ha dimostrato ancora una volta la necessità di un meccanismo che assegni responsabilità stabile e solidarietà efficace. Senza almeno la prospettiva di un tale meccanismo, la disponibilità di quanti vogliono continuare a considerare questi arrivi come una sfida comune, per la quale occorrono soluzioni congiunte, è destinata a diminuire", ha scritto il ministro al commissario Avramopoulos, definendo la revisione del Regolamento di Dublino "la principale priorità". Il ministro si dice d'accordo sul fatto che non ci siano soluzioni ad hoc ogni volta che arriva una nave, e che gli Stati in prima linea devono poter contare sul sostegno degli altri Paesi Ue, e che non siano "pochi Stati membri, come è accaduto troppo spesso dalla crisi migratoria del 2015-2016, ma di tutti i 28/27. E non solo con finanziamenti ed esperti, ma anche con una condivisione tangibile del carico, con la ridistribuzione dei richiedenti asilo".
In particolare il ministro olandese lamenta il flusso di migranti che arrivano nel Paese senza essere stati registrati nel sistema Eurodac, parlando di "un picco dell'82% a settembre 2015, e con gli ultimi dati di agosto 2018 al 43%". A questa situazione si aggiunge poi quella dei migranti registrati più volte, soprattutto in Italia (22%), Germania (19%) e Grecia (11%). Elemento, anche questo, che costituisce una stortura del sistema d'Asilo europeo, che di fatto permette ai migranti di scegliere il Paese in cui richiedere protezione internazionale. Ci sono Stati che fanno fronte a questa situazione col ripristino dei confini interni, ed altri che fanno accordi bilaterali, evidenzia Harbers, che tuttavia sollecita a smetterla con queste politiche, e ad attuare invece, con rapidità quanto i leader hanno concordato al vertice di giugno, con la riforma comune dell'Asilo come priorità.
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