FIRENZE - "In questo periodo non possiamo parlare di bontà per non dire che siamo buonisti, quasi che la parola bontà non fosse un valore: credo che sia ancora un grande valore". Lo ha affermato don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, intervenendo alla cerimonia a Firenze per il premio Cittadino europeo 2018, istituito dal Parlamento europeo. Il religioso è tra i quattro vincitori italiani premiati oggi a Villa Salviati, sede degli Archivi storici dell'Ue.
"Questo premio - ha spiegato - lo vediamo come un dono che viene fatto, e un impegno e una responsabilità anche più forti in un clima come questo, per far sì che la cittadinanza attiva diventi cittadinanza partecipe. Il futuro è carico proprio di questo: di un mondo che ragiona e vive in termini di apertura di ospitalità di condivisione. Non è un fatto pietistico di bontà semplicemente". Per don Virginio "siamo in un periodo complesso", per il quale c'è bisogno di "creare una cultura di solidarietà, di comunicazione civica di amicizia civica come la chiamava il cardinal Martini", ed è necessario sviluppare "una capacità di tirar fuori il coraggio e la speranza, una cultura di pace, di mitezza e di tenerezza in un periodo rancoroso".
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